Mkhitaryan: “Quando Raiola mi ha proposto la Roma non ci ho pensato due volte. Con Fonseca arriveranno grandi risultati”

Henrikh Mkhitaryan ha rilasciato un’intervista al portale armeno Vivaro, nella quale ha parlato del suo arrivo a Roma e del suo rapporto con il mister Fonseca. Queste le sue parole:

In estate sei passato alla Roma. Come è andata la trattativa?
È solo successo (ride ndr). Anche io ero sorpreso quando mi ha chiamato il mio agente che mi avvertiva dell’opzione Roma. Io non ho esitato perché ho realizzato che a Roma sarei stato molto più apprezzato di quanto non lo fossi all’Arsenal. All’inizio della stagione mi avevano fatto delle promesse ma dopo due o tre settimane è cambiato tutto, mi hanno trattato diversamente. Quindi quando ho ricevuto la chiamata del mio agente che mi informava dell’offerta della Roma non ci ho pensato due volte. Quando siamo arrivati qui la mattina, ho passato le visite mediche e firmato il contratto. Non mi pento di nulla. Fin dal primo giorno qui ho sentito di essere apprezzato. Alla gente qui piaccio, lo puoi vedere tu stesso.

Hai detto di amare il calcio spagnolo ma non hai mai menzionato l’Italia in nessuna intervista. Seguivi qualche club italiano quando giocavi in altre squadre?
Se devo dirti la verità non mi ricordo di aver detto di amare il calcio spagnolo (Ride ndr). Per me è sempre un piacere giocare per i grandi club, a prescindere dal paese. Si, desideravo giocare in Premier League e ho realizzato il mio sogno. Per quanto riguarda l’Italia, guardo i match registrati della Serie A dal 1994-95. Ho comprato le VHS nel 2000. Un programma chiamato i 500 migliori gol del 1994-95. Ero incredulo di fronte alla grande qualità della Serie A. Certamente il campionato degli anni ’90 è diverso da quello attuale. L’Italia è l’Italia. Per la Serie A è il tempo di andare avanti. Nell’ultimo periodo molti giocatori famosi e talentousi stanno venendo in Italia perché vedono che qui il calcio sta avendo una crescita.

Chi è stato il tuo primo amico a Roma? Chi ti aiutato ad adattarti?
Sono amico di tutti qui. L’atmosfera tra giocatori e membri dello staff è ottima. Io sto provando a parlare italiano, ringrazio il mio insegnante perché dopo tre mesi riesco già a parlarlo. Non è perfetto ovviamente ma mi permette di esprimermi. È una cosa molto importante sia fuori che dentro il campo. Così ho l’opportunità di comunicare con i compagni, con lo staff e con i tifosi.

Qual è l’obiettivo stagionale della Roma?
Dal primo giorno in cui sono arrivato a Roma, l’obiettivo principale della squadra era arrivare tra le prime quattro, arrivare più avanti possibile in Europa League e giocare bene in Coppa Italia. Per il club è molto importante giocare in Champions League il prossimo anno, tutti lo hanno capito, staff e giocatori. Tutta la squadra sta facendo del suo meglio per raggiungere questo obiettivo. La Roma ha avuto qualche problema nell’ultimo anno e tutti insieme stiamo dando il massimo per risolvere tutto e tornare in Champions League.

Lo stile di gioco di Fonseca è simile a quello che hai trovato quando hai giocato in Ucraina?
Non ho avuto la possibilità di lavorare con lui allo Shakhtar ma ho visto quello che ha fatto la sua squadra in Champions League e ne sono rimasto impressionato. Giocavano con fiducia anche contro le grandi squadre. Ho visto le partite contro Manchester City e Roma e hanno mostrato un calcio molto bello. Venendo qua ho visto il che lavoro che fa Fonseca insieme al suo staff è molto efficace e sono sicuro che raggiungeremo grandi traguardi con lui.

Senti ancora l’influenza che Totti e De Rossi hanno avuto qui?
Certo, tutti parlano di loro con ammirazione. Sono leggende che sono riuscite a portare la Roma al top. Tutti dicono: ‘Se vedi Totti e De Rossi per la strada, non preoccuparti non sarai in grado di avvicinarti a loro’ (Ride ndr).

Come ti sei adattato alla nuova città?
Gli italiani sono passionali come gli armeni e ci sono anche altre somiglianze con la mia nazione. Non ho avuto difficoltà ad adattarmi dal momento che tutti, i tifosi, i compagni di squadra e lo staff, mi hanno accolto calorosamente.

Senti la differenza tra i paesi in cui hai giocato anche a livello di stile di calcio?
Penso che ogni paese dove ho giocato abbia delle differenze dal punto di vista calcistico.  C’è differenza nella vita, nella lingua. In Germania per esempio il calcio è molto più disciplinato, il gioco è basato sul lavoro di squadra. In Inghilterra l’attenzione si concentra sulla preparazione fisica e il gioco si basa di più sulle qualità dei singoli giocatori. In Italia penso che ci si concentri di più sulla tattica e sul gioco di squadra e penso che le persone sottostimino il calcio italiano. Guardare la Serie A in tv o giocarla ti da un’idea completamente differente. Durante il primo match contro il Sassuolo ero veramente sorpreso in positivo dalla condizione fisica della squadra. I giocatori erano veramente forti.

Qual è stato il momento più difficile della tua carriera?
Ho affrontato delle difficoltà ovunque sono andato, niente mi è stato regalato. Il mio primo club è stato il Metallurg dove ci sono stati alcuni problemi e abbiamo dovuto lavorare per risolverli subito. La stessa cosa è successa allo Shakhtar Donetsk. Ho pensato di non essere all’altezza per giocare lì. Quando sono andato in Germania molta gente ha pensato che il prezzo per cui ero stato comprato fosse troppo alto e che non avrei retto la pressione. In Inghilterra ci sono state voci di problemi con l’allenatore. Posso dire che ci sono state difficoltà ovunque ma gli ostacoli esistono per permetterci di superarli.

Il tuo agente?
Ho avuto un solo agente in carriera ed è Mino Raiola. Nel caso di Seluk, ci sono state solo delle conversazioni ma non abbiamo mai raggiunto un accordo. Non mi riesco davvero a spiegare le voci che sono circolate. Io ho lavorato solo con Mino Raiola.

Real Madrid o Barcellona?
Nessuna delle due, Roma.

La Lazio è…?
La seconda squadra della Capitale (Ride ndr).

Se potessi portare un tuo vecchio compagno a Roma chi sceglieresti?
Ibrahimovic.

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