Metti una cena tra Mou e Pallotta: «Una sciocchezza»

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La Gazzetta dello Sport (Boldrini-Stoppini) – «Mou… Mouri… Mourinho!», roba che neppure il presidente della Longobarda con Oronzo Canà, quando gli prospettava l’impossibile acquisto di «Ma… Mara… Maradona». Roma è città a cui piace sognare. Ma per una volta è a Londra che hanno provato a vendere la Fontana di Trevi. Perché dall’Inghilterra, poco dopo l’ora di pranzo di ieri, è arrivata una segnalazione clamorosa, quella di una presunta cena, venerdì, tra José Mourinho e il presidente della Roma James Pallotta, in cui quest’ultimo avrebbe offerto al portoghese la panchina di Rudi Garcia. Minuti zero e via alle conferme. E poi smentite circostanziate, anche a fronte di una città che sotto sotto cominciava davvero a sperare che…

CHIAREZZA – Sperare niente, perché Pallotta s’è rivelato più chiaro che mai: «È una sciocchezza, venerdì ero a Boston — ha detto —. Amerei conoscere Mourinho, è un grande allenatore. Ma non l’ho incontrato e non l’ho sentito mai neppure al telefono». Perché pure di un possibile contatto telefonico s’è parlato. Fine delle trasmissioni. La valanga di indiscrezioni nasce da un incontro tenutosi venerdì sera in un albergo di Mayfair a Londra al quale avrebbero partecipato i mediatori internazionali Pini Zahavi, Charlie Stillitano e un non meglio precisato rappresentante della Roma, non si sa il nome né a quale titolo. Oggetto dell’incontro, sondare la disponibilità di Mourinho a raccogliere l’eredità di Rudi Garcia. Nulla di fatto, tanto è vero che meno di 24 ore dopo, ieri mattina, la Caa Sports Management, l’agenzia che segue l’ex allenatore del Chelsea, ha emesso il seguente comunicato: «José non è stanco, non ha bisogno di riposare e non prenderà un anno sabbatico. È molto positivo, non vede l’ora di tornare. Ma non assisterà a match di alto livello per non alimentare speculazioni sul suo futuro». Come a dire: signori, sono pronto, eccomi qua. E tutto sommato, che ci siano già in giro club interessati, a Mou non può che far piacere. Ma non può essere la Roma, che certamente stima Mourinho — ci mancherebbe — ma che resta un club difficilmente compatibile con le richieste economiche del portoghese, di ingaggio e non solo.

QUI CHELSEA – Richieste che Mourinho ha sempre fatto. È pure per questo che piaceva (anche) ai tifosi del Chelsea, che ieri hanno continuato a osannarlo a Stamford Bridge, durante la vittoria (3-1) con il Sunderland. Tanti gli striscioni pro Mou, cori per lui dopo ogni gol dei Blues, fischi a Fabregas, Matic e Diego Costa, considerati i responsabili della rottura con José. «Dov’eravate quando stavamo nella m…?», cantavano i tifosi del Chelsea, nel giorno in cui la squadra tornava alla vittoria guidata da Steve Holland, mentre Guus Hiddink, in tribuna vicino a Drogba e ad Abramovich, veniva ufficializzato come nuovo tecnico. Mourinho ovunque. E comunque. Fantasma a Stamford Bridge, in carne e ossa a Brighton per seguire il Middlesbrough dell’amico Karanka, un ologramma nelle cene londinesi. Nel bene e nel male, purché se ne parli.

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