Mercato, Vertonghen chiede un triennale a 3 milioni di euro. Senza Smalling la Roma ci pensa

Pagine Romaniste (S. Valdarchi) – Con il riscatto di Chris Smalling che appare sempre più complicato, la Roma si guarda intorno, alla ricerca di un centrale di difesa in grado di sostituire l’inglese. Alla dirigenza romanista nelle ultime settimane è stato proposto Jan Vertonghen, belga classe ’87 che a fine stagione si libererà a parametro zero dal Tottenham. Il difensore, record-man di presenze con il Belgio a quota 118 apparizioni, piace come profilo e nelle prossime settimane proseguiranno gli incontri tra le parti. Le richieste del giocatore sono di 3 milioni di euro netti per 3 anni (in alternativa, un biennale con opzione sulla terza stagione). Su di lui però, non c’è solo la Roma. In Italia è stato proposto anche all’Inter, dove Antonio Conte lo vorrebbe per aiutare il percorso di crescita di Alessandro Bastoni, mentre per quel che riguarda l’estero Vertonghen ha estimatori in Spagna ed in Bundesliga.

In un’operazione simile, l’elemento più importante è senza dubbio la volontà del giocatore. Sono tanti i fattori da tenere in considerazione: ambizione professionale, equilibri familiari (moglie e due figlie al seguito) e la condivisione di un progetto tecnico. Proprio in virtù di questi elementi, un ruolo di rilievo nella trattativa potrebbe recitarlo Franco Baldini. L’ex dirigente della Roma, mai del tutto lontano dai fatti di casa giallorossa, ha intrapreso un’opera di convincimento nei confronti del belga, sfruttando anche i suoi buoni rapporti con diversi addetti ai lavori del Tottenham, club per il quale Baldini ha lavorato dal 2013 al 2015. Al momento, la società romanista è, anche se di poco, in vantaggio sull’Inter, proprio perché alla corte di Fonseca Vertonghen avrebbe più garanzie sul suo utilizzo rispetto ad Appiano Gentile. Sicuramente rimane il fatto che, anche in questa faccenda, la posizione finale di classifica della Roma inciderà molto, ammesso e non concesso che il campionato venga portato al termine. Per un giocatore abituato a giocare con costanza in un club di prestigio come quello londinese (19 presenze in Premier League quest’anno, prima dello stop dovuto dal Covid-19) disputare o meno la Champions League può risultare un fattore importante, se non decisivo, nella scelta finale.

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