Maurizio Costanzo romanista doc. E che assist a Totti con le barzellette

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – In principio c’era un ragazzo intimidito con un pacco di agenzie in mano. Aveva 17 anni, grandi sogni e una passione per lo sport non smodata. Si chiamava Maurizio Costanzo, ma sapeva come nella redazione di “Paese Sera”, alla fine degli anni Cinquanta occorresse fare qualsiasi cosa.

 Il suo modo di fare giornalismo, soprattutto televisivo, ha fatto scuola. L’Italia che avrebbe raccontato non poteva prescindere dallo sport, così negli anni cominciò ad accarezzarlo alla sua maniera, allo stesso tempo intelligente e viscerale. La parata di stelle che hanno risposto alle sue domande avrebbe fatto la fortuna dei palinsesti tv per anni. Da Lauda a Pantani, da Tomba alla Pellegrini e a tanti altri, ognuno ha raccontato alla propria maniera sogni e bisogni che la popolarità lascia addosso.

Un discorso a parte meriterebbe la sua passione per la Roma, “che c’è stata da sempre ed è nata perché forse mi stava antipatico qualche laziale“. Già ai primordi della sua tv Costanzo fece palleggiare in diretta Falcao, ma tutto è lievitato da quando il club è entrato nel nuovo millennio. Se nel 2001 una delle prime telefonate che Capello fece dopo la vittoria dello scudetto fu proprio al giornalista per chiedergli “Ora sei contento?“, è il rapporto con Francesco Totti quello ha generato qualcosa di unico.

Il loro feeling è tracimato dagli schermi tv per trasformare il capitano in una sorta di icona pop. Tutto questo anche grazie ai libri di barzellette sullo stesso calciatore – nati da una idea di Maurizio – che hanno venduto quasi due milioni di copie. Costanzo e Totti sono divenuti una coppia che ha retto al passare del tempo.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti