Mandorlini: «Iturbe, al Toro puoi tornare… Iturbo»

allenamento-roma-iturbe-palestra

Tuttosport (A.Baretti) – Un’ascesa dalla Lega Pro al decimo posto in A con il Verona, prima di una scorsa stagione che anche a causa dell’accanimento della cattiva sorte alla voce infortuni è costata ai gialloblù la nuova discesa in B. In panchina nei sei, intensi anni intercorsi dai veneti tra il 2010-11 è il 2015-16 c’è stato Andrea Mandorlini. L’ex difensore che a fine Anni 70 ha giocato nel Torino è pure stato il tecnico che, per primo, in Italia ha allenato Iturbe.

Andrea Mandorlini, il Toro potrebbe ritrovare quel giocatore fresco ed entusiasta visto all’opera poche stagioni fa nel Verona?
«Parliamo di un ragazzo di 23 anni con grandi qualità fisiche e tecniche, quindi assolutamente sì. Ho avuto la fortuna di allenarlo nell’anno in cui si è mostrato all’Italia, aveva una grande voglia di emergere. Per come l’ho conosciuto penso che abbia il forte desiderio di tornare quel giocatore. A Verona i compagni gli dicevano che aveva il motorino: nella corsa era forte nel breve e nel lungo, aveva valori di resistenza alla fatica fuori dal comune. Lo chiamavano Iturbo! E poi ha un bel tiro, io lo impiegavo a destra perché concludesse con il mancino. Nel mio 4-3-3 occupava la posizione che nel Torino è soprattutto di Iago Falque».

La differenza tra i due?
«Lo spagnolo è forse più adatto a fare gioco, anche se ha segnato pure diversi gol, Iturbe è invece più attaccante, è più rivolto alla conclusione che alle geometrie. Come Iago è un giocatore tutt’altro che pigro in fase di contenimento: si sbatte parecchio, in campo».

Alla Belotti, insomma?
«Sì, il centravanti granata è un altro che ti rincorre i difensori avversari, che sradica palloni in mediana. Una disposizione al sacrificio che è propria pure di Iturbe. Assieme sarebbe un bel vedere, tra gol e voglia di lottare. Se il Toro lo vuole, e lui è disposto a rilanciarsi in granata, ci sarà da divertirsi».

Il paraguaiano con Mihajlovic?
«Mah, direi che Sinisa mi somiglia abbastanza. E’ uno che allena ma che… trasmette anche e credo che Iturbe, dopo aver giocato poco sia con il Bournemouth che con la Roma, abbia bisogno di ritrovare un po’ di autostima».

Ljajic, Iago, Iturbe, con Boyé che morde il freno: tanta qualità, per le corsie esterne.
«Tante alternative di valore per un Toro che si sta preparando all’Europa. Mihajlovic guida una buona squadra, ma penso che rispetto al valore delle milanesi, ma anche di Fiorentina e Lazio, ci sia ancora un certo gap. Le stagioni d’oro, però, sono proprio quelle nelle quali vai al di là dei limiti e sovverti i pronostici. Ecco, i granata potranno accelerare i tempi e strappare da subito un pass per l’Europa League, anche se qualcosa per colmare la forbice con le prime sei, sette della Serie A andrà fatta. Costruendo attorno ai Belotti e Baselli, Ljajic, Benassi e magari proprio Iturbe».

Possibilità che il Toro a Napoli interrompa la mini striscia negativa di sconfitte incassate da Samp e Juve?
«Beh, in questo momento affrontare il Napoli è complicato. Al di là del risultato del San Paolo mi piace la strada inaugurata da Mihajlovic: la mentalità vincente si costruisce attraverso i fatti, e le scelte che fa il tecnico serbo sono coraggiose, mai conservative».

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti