La Gazzetta dello Sport (E. Esposito) – Alla fine Gianluca Mancini se l’è cavata con 5mila euro di multa. Ma nella giornata di ieri ci sarà stato un momento in cui deve aver pensato che quel gesto a fine del derby potesse costargli caro.

Nonostante il procuratore Figc Chinè avesse già aperto un fascicolo per la bandiera Anti Lazio sventolata sotto la Sud, ieri il Giudice Sportivo, nel suo consueto comunicato del martedì, ha invitato la Procura federale “a relazionare, a titolo di supplemento, in ordine ad eventuali ulteriori fatti avvenuti e comportamenti tenuti dai tesserati al termine dell’incontro ai fini delle valutazioni e delle determinazioni finali spettanti a questo Giudice Sportivo”.

Insomma, Gerardo Mastrandrea, ritenendosi competente di quanto avvenuto anche a fine partita, ha chiesto la documentazione raccolta finora da Chinè su Mancini per poter infliggere la sanzione. Una procedura piuttosto insolita ma corretta, che apriva però uno scenario nuovo: se è il Giudice Sportivo a sanzionare, non è previsto patteggiamento, prassi comune in situazioni analoghe. Una situazione che ha fatto pensare che Mancini sarebbe stato punito più duramente, magari con una squalifica. Invece poche ore dopo quella richiesta è arrivata la comunicazione: ammenda di 5 mila euro. Una multa perfettamente in linea con quelle di chi nel recente passato aveva patteggiato.

Del gesto di Mancini ieri ha parlato anche il ministro dello Sport Andrea Abodi: “Il Giudice Sportivo si è espresso sulla base delle regole esistenti, ma io credo che quello che si debba fare in maniera sempre più significativa è contrastare la maleducazione e la mancanza di rispetto che arriva fino alle forme estreme dei cori, contrastare il razzismo ma anche la cattiva educazione che spesso viene declassata in goliardia”. 

A questo proposito, nel primo dispositivo del Giudice emerge pure la richiesta di un supplemento di indagine da parte della Procura Figc sui “cori di discriminazione razziale e religiosa, intonati dalle tifoserie delle società Roma e Lazio”. In particolare i cori razzisti dei biancocelesti (Curva Nord centrale) contro Lukaku, sentiti in tre occasioni, quelli di discriminazione religiosa verso gli avversari arrivati dallo stesso settore e quelli dei giallorossi (Curva Sud centrale e laterale) di discriminazione razziale verso Guendouzi. La Curva laziale, che per le stesse motivazioni è già stata chiusa per un turno, rischia ora una sanzione anche più importante.