Il Messaggero (S. Carina) – Domani respirerà l’aria di casa. Perché poi, al netto delle polemiche, tre anni a Milano non si dimenticano facilmente. Figuriamoci per uno come Lukaku che in carriera ha cambiato la bellezza di 7 squadre in 14 anni. Della serie: una ogni due. Romelu torna a San Siro, il “suo” stadio.  Quello che lo ha visto segnare a raftica con l’Inter con un bersaglio preferito. Sì, proprio il Milan, l’avversario della Roma nei quarti di finale di Europa League.

Non con la maglia giallorossa, dove in stagione è rimasto a secco sia contro l’Inter che con i rossoneri. Ma due passaggi a vuoto non possono cancellare un triennio dove Big Rom ha vestito il ruolo del dominatore. Numeri impressionanti quelli contro la squadra di Pioli: 5 gol nei primi 5 derby giocati (coppa Italia inclusa), 7 vittorie su 8 confronti (il 9° non lo giocò, perché infortunato, in Supercoppa invece rimase in panchina). Un po’ meno sono quelli invece con De Rossi. Da quando è arrivato Daniele, il belga ha un po’ rallentato.

Appena 5 reti in 14 gare che non scalfiscono lo score stagionale (18 su 39) e soprattutto lo hanno visto andare a segno sia con il Feyenoord che contro il Brighton, nei due turni precedenti all’andata dei quarti di domani. Proprio agli inglesi, in quella notte magica vissuta all’Olimpico, è legato l’ultimo acuto di Lukaku. Calendario alla mano, non segna da 5 partite (4 quelle nelle quali era disponibile, out infatti nel ritorno con gli inglesi). Il giardino di casa, può aiutarlo. Senza contare che l’Europa lo esalta: sono 9 i centri in 7 partite.