Mancini: “Diamo spettacolo”. Contro l’Austria serve un’Italia libera di testa

La Repubblica (E. Currò) – Essendo un discreto esperto d’Inghilterra, sul far della sera è infine entrato a Wembley senza tradire alcuna stizza Lord Bobby Mancini. Ha passeggiato con gli azzurri sul prato leggendario (“ma tu c’eri mai stato?“, è stata la frase tipo dei più giovani, tra un selfie e l’altro) e ha potuto constatare come in questo caso la leggenda fosse la cagionevolezza dell’erba e come la cancellazione dell’allenamento londinese, per proteggerla, non fosse dunque troppo fondata.

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Poi però ha preferito tornare bambino: “Questo è un tempio del calco. Davanti alla tivù vidi la vittoria della Nazionale, col gol di Capello. Giocare qui è un privilegio. È un bel ricordo anche la finale di Coppa Campioni persa con la Sampdoria“. Da stasera cercherà di sovrapporgli un risultato più felice: l’ingresso dell’Italia tra le prime otto d’Europa.

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Il dubbio principale riguarda il centrocampo: il titolare ritrovato Verratti ha superato le verifiche sulla tenuta fisica, il titolare trovato Locatelli non smette di incalzarlo. Con Chiellini e Florenzi fuori uso, sono pronti Acerbi e Di Lorenzo. L’atro ballottaggio teorico è tra Berardi e Chiesa, col primo favorito.

 

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