Uno sconto a Macalli. Ridotta l’inibizione ma lui punta al Coni

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Barcolla ma non molla, Mario Macalli. La sintesi di un’altra giornata di passione per il contestatissimo presidente di Lega Pro. La Corte federale d’appello, cui Macalli si era appellato per cancellare l’inibizione di sei mesi inflittagli dal Tribunale fededrale (sezione Disciplinare) per il caso Pergocrema, non lo ha assolto, anzi: ha confermato la sua colpevolezza, ma ha ridotto la squalifica a 4 mesi (da scontare fino al 31 agosto) e, al contempo, ha rigettato il ricorso del Procuratore federale Stefano Palazzi che invece aveva chiesto alla Corte due ulteriori mesi di inibizione (mentre quello dell’ex patron del club Sergio Briganti è stato dichiarato inammissibile).

FINO IN FONDO Macalli si rivolgerà al Collegio di garanzia del Coni, che ieri ha ricevuto anche il ricorso del Genoa contro la mancata concessione della licenza Uefa. Il presidente della Lega Pro, difeso dall’avvocato Cesare Di Cintio, ha già ottenuto in primo grado l’assoluzione per il fallimento del Pergocrema, ma vuole essere prosciolto anche per la contestuale registrazione che fece dei quattro marchi riconducibili al club. Difficile? Plausibile? La palla a questo punto passa all’organo presieduto dall’ex ministro degli Esteri Frattini, che non più tardi di due giorni fa ha restituito due punti alla Reggina e tre alla Pro Piacenza, rivoluzionando i playout.

MOMENTO DIFFICILE Intanto, già la lieve riduzione della squalifica ottenuta ieri sera dal I° Collegio della Corte d’appello è una piccola boccata d’ossigeno, di cui Macalli, presente all’udienza tenuta in via Campania, può ritenersi «moderatamente soddisfatto», convinto com’è di poter ottenere al Coni un ulteriore sconto o la cancellazione dell’inibizione. Il momento storico, del resto, è quello che è: la Lega è spaccata, i dissidenti non mollano, Ghirelli è pronto a rioccupare il suo posto, il nuovo scandalo scommesse può far crollare il Palazzo, la riforma dei campionati rischia di tagliare tante squadre. Macalli resiste, anche se da più parti invocano un suo passo indietro, convinto di poter uscire indenne prima o poi dalla tempesta che si è abbattuta sulla Lega Pro che presiede. Il tempo deciderà se essergli o meno galantuomo. Per ora, resta sul filo.

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