La Repubblica (M. Juric) – La disponibilità era stata totale. “La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030”. Firmato Claudio Lotito. Era il 6 ottobre scorso e il comunicato della società biancoceleste arrivava in Campidoglio come un bagliore di speranza nell’oscurità creata dalla scelta della As Roma di mettere sulla propria maglia lo sponsor “Riyad Season”, città che concorre contro la Capitale nella gara per accaparrarsi Expo.

Un’occasione che Lotito non si era fatto sfuggire, promettendo di mettere il marchio Roma Expo 2030 sulle maglie biancocelesti della Lazio. Ma, dopo le parole, il nulla. “Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030”, dice ora Lotito. L’attacco è diretto al Comitato promotore: “Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione”. E così per un mese la maglia della Lazio è rimasta vuota, senza sponsor.

Compreso il derby di domenica scorsa, occasione perfetta per esporre la candidatura della Capitale in contrapposizione a quella araba. Un derby nel derby che “qualcuno non ha voluto, forse per non alimentare la polemica con la Roma”. Un mese di occasioni perse per associare ad una delle due squadre della Capitale il nome di Roma, esportando la candidatura anche nei salotti della Champions League.