La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Il presunto coro sarebbe arrivato a fine partita o giù di lì. Destinatario l’ex Antonio Rüdiger, uno che prima della partita era stato acclamato dai tifosi della Roma presenti mercoledì a Stamford Bridge, per la sfida con il Chelsea. Su quel presento coro l’Uefa ha aperto un fascicolo d’inchiesta per cori razzisti dei tifosi romanisti, che dal proprio settore avrebbero fatto partire degli ululati (uh uh) nei confronti del difensore tedesco, passato dalla Roma al Chelsea la scorsa estate per 35 milioni di euro (più 4 di bonus).
I FATTI – La segnalazione a Nyon non è però arrivata né dall’arbitro né dal delegato Uefa, nei cui referti non c’è traccia. Ma dalle colonne di un paio di giornali inglesi che riportavano il coro udito allo stadio. «Monkey chants» titolava ad esempio ieri The Guardian, riferendosi ai suddetti cori. La Roma ha esaminato i video e non ha trovato traccia. Chi era allo stadio, invece, sostiene che fossero dei buuh di disapprovazione per un giocatore (sempre sensibile sul tema, denunciato più volte da lui in passato) che ha deciso di andar via e non dei cori razzisti. La commissione disciplinare dell’Uefa, comunque, giudicherà il caso il 16 novembre. A Trigoria al massimo si aspettano un’ammonizione, a Nyon si parla anche di possibile chiusura di un settore per una gara.
IL PRESIDENTE – Sulla questione ieri è intervenuto anche Pallotta, direttamente dai microfoni di Sirius XM. «La cosa frustrante è che a volte negli stadi è sufficiente che un paio di elementi facciano qualcosa di stupido affinché questo poi, purtroppo, si rifletta negativamente sul 99,9% delle persone che non la pensano in quel modo e non farebbero mai qualcosa del genere – ha detto il presidente della Roma – Sono episodi gravi e deplorevoli sempre e comunque, a prescindere da quello che può essere successo a Londra. Dispiace che i club siano ritenuti responsabili per le azioni di pochi idioti in giro per il mondo».
