Lo stadio è strategico ma mai come i diritti Tv

stadio della roma

Il Corriere Dello Sport (M.Vulpis) Ricavi da stadio in crescita, a partire dalla biglietteria, ma non determinanti come i diritti tv (nazionali e da Champions). E’ la fotografia degli ultimi bilanci bianconeri in chiave scudetto. Cresce, infatti, il volume degli affari della Juventus campione d’Italia, che potrebbe presentare, nel prossimo bilancio (dati 2015/16), un valore di produzione vicino ai 340 milioni di euro (al netto delle plusvalenze e di altri ricavi non ricorrenti). Un dato migliorativo rispetto al fatturato 2014/15: 324,7 milioni di euro. Negli introiti da gare, voce di bilancio che contraddistingue l’area commerciale legata allo stadio, si è passati dai 41 milioni del 2013/14, ai 51,4 milioni del 2014/15, fino agli oltre 47 milioni di euro previsti per il campionato appena trascorso. A questa cifra bisogna aggiungere il livello degli incassi da sponsorizzazioni e pubblicità. Nel 2015/16 si è raggiunto, in questa particolare area del bilancio aziendale, il tetto record dei 68 milioni di euro, ma anche sommando queste due voci il giro d’affari non supera i 115 milioni di euro. Le revenue da stadio sono una torta economica importante, considerando le opportunità offerte dall’impianto di proprietà. Una novità assoluta in ambito tricolore (lo J-stadium è stato inaugurato l’8 settembre 2011), prima di essere seguita come modello, un anno fa, dall’Udinese (con il FriuliDacia arena) e dal Sassuolo, impegnato, da tre stagioni, in un graduale ma costante riammodernamento del Mapei stadium di Reggio Emilia (ex stadio Giglio).

RECORD – Quest’anno la Juventus ha registrato il record di abbonamenti sull’onda del rincaro dei prezzi. Un importante traguardo commerciale raggiunto per lo J-stadium, dove sono state vendute 29.300 tessere per gli abbonati 2016/17. I ricavi annuali da biglietteria sono stimati in più di 23 milioni di euro (21,6 milioni nel precedente campionato). I prezzi mediamente sono aumentati dell’8,8%, per chi ha deciso di rinnovare, e dell’8,1% per i nuovi abbonati. I prezzi delle tessere, dalla stagione 2012/13 a quella in corso, sono aumentati complessivamente del 30% (in media 717 euro per i vecchi abbonati e 798 per i nuovi). Sul mercato “libero rimangono quindi disponibili 12.175 posti rispetto ai 41.175 all’interno dell’impianto torinese. Questo risultato, seppur importante, è ininfluente, in termini generali, se inserito nel valore globale della produzione bianconera.

PESO DETERMINANTE – A fare la differenza, in termini di bilancio, sono invece i ricavi da diritti audiovisivi nazionali e da partecipazione al format della Champions League: i primi peseranno nel nuovo bilancio per oltre 110 milioni di euro, i secondi per 76 milioni (-15% rispetto agli 88,6 milioni del 2014/15). Complessivamente oltre 186 milioni di euro, che consentono alla Juventus, prima ancora dei ricavi da stadio, di fare la differenza in campo, oltre che nella sfida del calciomercato (estivo ed invernale) con le rivali della serie A. Nell’analisi del bilancio Juventus, sia passato che futuro, ci sono da considerare anche gli introiti da merchandising e licensing (12 milioni) e gli “altri ricavi” (24 milioni). Considerando la gestione del portfolio-calciatori (principalmente plus e minusvalenze) per una cifra superiore ai 37 milioni di euro, cui bisogna aggiungere l’operazione straordinaria del conferimento dei terreni della Continassa al fondo immobiliare J-Village per 10 milioni di euro, il fatturato del club piemontese, previsto al 30 giugno 2016, arriverà a 380 milioni di euro (contro i 348 del precedente esercizio), ma il peso dei diritti tv, rispetto a quelli dello stadio, è ancora preponderante. Una sfida impari, a favore dei ricavi da piattaforme televisive, che può essere arginata solo sviluppando ulteriori revenue e spingendo su quelle generate nei cosiddetti no match days (i giorni feriali in cui non si gioca a pallone).

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