Il Messaggero (A. Angeloni) – C’erano una volta le amichevoli di lusso, che nessuno voleva perdere e che tutte le Nazionali cercavano di onorare: per prestigio, per il ranking e per sperimentare. Oggi, Olanda-Italia, è un po’ tutto questo, pur non essendo ufficialmente un’amichevole: è in palio il terzo posto della Nations League, dopo la finale mancata, a Mancini (che ha perso con la Spagna) e Koeman (sconfitto dalla Croazia) tocca solo finalina.

Poco più di un’amichevole, appunto. Mancio, seccato dalle voci che lo vogliono stanco e immalinconito per i risultati post Europeo, guarda dritto al futuro, oggi con gli uomini che ha, ma da settembre con cambi più decisi, con una svolta quasi culturale. Un pezzo di futuro è proprio oggi, il test è contro la formazione di casa, delusa in questa Nations ma che almeno il Mondiale in Qatar lo ha giocato. La rivoluzione è cominciata da tempo, questa è una fase di ritorno al passato, aggrappata a qualche senatore che ha consentito a Mancio di vincere l’Europeo nel 2021 ma che oggi stanno deludendo.

Alcuni ragazzi che faranno parte dell’Italia che dovrà giocare i prossimi Europei e Mondiali (previe qualificazioni) non ci sono, perché distribuiti nelle varie nazionali, l’Under 20 che ha appena perso in finale il Mondiale e l’Under 21 che si appresta a giocarsi l’Europeo in Georgia e Romania. E parliamo di Casadei, Baldanzi, Bove, Tonali, Scalvini, Udogie, tanto per fare qualche nome. Questi sono pronti per il grande salto. Oggi c’è Gnonto, che si aggregherà agli azzurrini solo dopo la finalina: staffetta con Chiesa, che va recuperato. Mancio punta molto su Federico. Ma l’attaccante del Leeds sarà di nuovo tra gli osservati, insieme con Raspadori, il piccolo senatore, avendo partecipato all’avventura di Euro 2020.

A centrocampo, Cristante e Verratti. Pellegrini ha detto al ct di non stare bene (gli fa male una caviglia), al suo posto Frattesi (in vantaggio) oppure Zaniolo, provato in mediana. Dopo l’esperienza della difesa a tre vista contro la Spagna, oggi si torna al 4-3-3, il modulo sui cui Mancini ha puntato dal primo minuto della sua gestione. Abbiamo conosciuto una squadra che ha saputo vincere, che ha mantenuto un’imbattibilità lunga 37 partite e soprattutto che ha espresso un calcio di qualità, divertendosi. Chi non si diverte più, è pregato di abbandonare la barca: da qui si riparte.