Corriere dello Sport (R. Maida) – Capitano momenti in cui non si può peggiorare. E allora il futuro diventa improvvisamente un obiettivo da inseguire con ottimismo. Di questa fase della vita Andrea Belotti è il perfetto rappresentante: ha concluso la prima stagione nella Roma segnando zero gol in campionato, lui che nel pallottoliere personale aveva già incapsulato 106 reti in Serie A tra Palermo e Torino, eppure si scopre indispensabile all’inizio del ritiro estivo perché è l’unico centravanti disponibile.

Rispetto allo scorso anno almeno potrà allenarsi sin dal primo giorno con la Roma. Nel 2022, dopo aver ricevuto la telefonata da Mourinho, era rimasto due mesi e mezzo senza allenarsi sul serio, in attesa di firmare il contratto. Si era svincolato dal Torino e aveva dunque lavorato quasi sempre da solo, in Sicilia, durante le vacanze più inquiete della sua carriera. Poi ha faticato a prendere il ritmo e, tra panchine e infortuni, ha giocato una sola grande partita: il ritorno contro il Salisburgo in Europa League, quando sbloccò il risultato e uscì tra gli applausi rumorosi dell’Olimpico. Il resto è stato davvero poco gratificante, soprattutto in campionato, a cominciare dal rigore sbagliato a tempo scaduto contro i vecchi amici del Torino, poco prima della pausa mondiale.

Ma oggi si riparte tutti da capo. Belotti avrebbe accettato di restare alla Roma anche guadagnando meno del primo anno ma invece si è visto rinnovare il contratto per due anni alle stesse condizioni dell’accordo precedente all’indomani dell’infortunio di Abraham. Per non correre rischi, per non trovarsi senza attaccanti centrali da un giorno all’altro, Tiago Pinto ha preferito evitare ogni trattativa e ha esercitato l’opzione per il prolungamento contrattuale fino al 2025. Ovviamente si augura di essere ripagato da un calciatore che in termini realizzativa si è sempre fatto rispettare.