L’analisi. Roma, ci vuole più aggressività

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Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – Questione di personalità e di attenzione, assicura Spalletti. Questo è mancato alla Roma di Cagliari, prima della sosta. Ma forse alla squadra serve anche un pizzico di sana aggressività in più. L’aggettivo “sana” è d’obbligo, perché i falli di frustrazione che sono costati tre espulsioni nelle due partite contro il Porto non c’entrano con questa analisi. Qui si parla di atteggiamenti virtuosi.

IL DATO – I numeri Opta dicono che nelle prime due giornate di campionato, la Roma è la squadra che ha tentato meno contrasti di tutte dopo la Fiorentina: 20, la metà esatta della Juventus che pure è soltanto sesta in questa classifica. Anche considerando i contrasti vinti, la Roma è al penultimo posto (17). Ora, di per sé non si tratta di un dato decisivo per i risultati, dal momento che la graduatoria in questione è guidata dal Palermo (50 contrasti tentati, 34 vinti) e dalla Sampdoria (46 tentativi, 38 riusciti). Ed è abbastanza frequente che le squadre più abituate ad offendere non primeggino nelle statistiche difensive, semplicemente perché sono abituate a tenere il pallone spesso tra i piedi e non a impegnarsi per sottrarlo agli altri. La Roma per esempio ha tirato 31 volte verso la porta avversaria in due partite, a testimonianza di una forte vocazione verticale, al prezzo di concedere due gol al Cagliari che sono costati due punti. Ma il dato sui contrasti è certamente curioso, così come quello dei chilometri percorsi in ogni partita: nelle prime due giornate, in questa speciale classifica la Roma è addirittura quattordicesima.

CI RISIAMO – Del resto, il discorso non è nuovo. Nello scorso campionato la Roma chiuse addirittura all’ultimo posto la classifica dei corpo a corpo nonostante un centrocampista vigoroso come Nainggolan, primo della squadra con 64 contrasti tentati dei quali 52 vinti. Anche la Juve lo scorso anno era molto in basso, alla pari della Roma quanto a contrasti vinti, ma ha vinto lo scudetto grazie a una netta superiorità sotto il profilo qualitativo. Quando invece sei inferiore, è necessario massimizzare l’aspetto agonistico per essere sufficientemente competitivi. Lo ha fatto per esempio il Napoli, che ha raggiunto la Champions League non solo attraverso il gioco brillante e i gol di Higuain, ma anche grazie a 101 contrasti vinti in più della Roma, quasi tre a partita. Senza arrivare agli eccessi del Carpi, che è retrocesso ma faceva proprio dell’aggressività la sua arma principale, Spalletti si dovrà concentrare anche su questo dettaglio per accorciare le distanze dal vertice. Contrastare non è il fattore decisivo di uno scudetto ma è un elemento agonistico che può livellare i valori.

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