Corriere dello Sport (R. Maida) – Forse non per una rotazione momentanea ma per una  virata definitiva. C’è aria di svolta, sì. Mile Svilar ha giocato tutte le partite del girone di qualifi- cazione ma stavolta assaggia un sapore diverso. È quasi un esordio, per grado e prospettive. È un esame, meglio. “Eh ma dovete chiedere all’allena- tore, io non so nulla. Davvero tocca a me?” scherza. Daniele De Rossi, che gli siede accanto in conferenza stampa, è intenzionato a concedergli una possibilità a Rotterdam, occasione ideale per un ribaltone silenzioso: se l’avvicendamento tra i portieri dovesse funzionare, la Roma potrebbe insistere sul più giovane dei due. Da qui a chissà quando. Viceversa, a Frosinone potrebbe facilmente essere riproposto il titolare del campionato.

Di sicuro Svilar, che ha 24 anni, non può più perdere tempo dopo un anno e mezzo da comparsa. Aveva lasciato il Benfica proprio con l’idea di guadagnare spazio e importanza ma alla Roma ha incrociato un gigante inossidabile, Rui Patricio, preferito anche all’ottimo Sommer. Nella sua prima stagione italiana ha avuto solo 4 occasioni per mettersi in mostra. In questa invece ha già raddoppiato la dote, raggiungendo quota 8 presenze compresa l’ultima notte di Mourinho allenatore a San Siro.

La diffidenza dei primi giorni si è trasformata in fiducia, tanto è vero che anche il nuovo preparatore Farelli parla molto bene di lui.
D’altra parte Rui Patricio, che proprio oggi compie simbolicamente 36 anni e rischia di trascorrere la serata in panchina, sta attraversando un periodo molto negativo. De Rossi, che lo aveva difeso dopo l’errore di Roma-Verona, non può aspettarlo all’infinito se vuole guadagnarsi la conferma dai Friedkin. Svilar è almeno uno spiffero luccicante che si spalanca all’orizzonte.