Corriere dello Sport (R.Maida) – I segnali del Gallo, la classe del capitano. Finisce in scioltezza il ritiro portoghese con una comoda vittoria a Faro che aiuta soprattutto Belotti a ritrovare il buon umore: un autogol provocato dopo pochi minuti, una rete da vero centravanti tuta sotto misura e una girata addosso alla traversa interna che avrebbe meritato migliore fortuna.
Mescolata in funzione delle necessità atletiche, la Roma ha chiuso già il primo tempo sul 3-0. Troppo marcate erano le differenze di livello tra una delle migliori squadre italiane e il Farense, neo-promosso nella Serie A portoghese. Perciò il terzo test in Algarve, esattamente come il secondo vinto contro l’Estrela, va parametrato alla difficoltà dell’avversario. Però le indicazioni interessanti anche stavolta non sono mancate. Lo sforzo innovativo di Mourinho, che sta insistendo sulla costruzione dal basso e sui cambi di ritmo verticali, sembra piacere alla squadra, che ha un atteggiamento autorevole nella fase di possesso palla e aggressivo quando il pallone dev’essere recuperato: nel primo tempo era Bove il centrocampista incaricato di alzare il pressing, nella ripresa il ruolo è stato ereditato da Aouar.
Nella fase iniziale dell’azione Pellegrini spesso veniva a proporsi come playmaker aggiuntivo, per offrire ai difensori una linea di passaggio sostitutiva al classico tocco su Cristante o su uno degli esterni. Un supporto intelligente. E dopo l’intervallo l’ingresso di Aouar e Dybala ha ripetuto l’esperimento della Roma tutto talento. I tre, considerando anche Pellegrini, si cercano e si studiano. L’obiettivo di Mourinho, che stavolta ha osservato la partita su una sedia attigua alla panchina, è farli giocare insieme il più possibile.