La Roma non molla. Totti la rianima, poi c’è El Shaarawy

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La Gazzetta Dello Sport (M.Cecchini) – Detrattori e antipatizzanti si arrendano: esiste una Roma con Totti e una senza. Quella col capitano è da Champions League e lo ha dimostrato anche ieri quando – entrato a 32’ dal 90’ con la Roma bloccata sull’1-1 –, ha segnato un gol e soprattutto ribaltato psicologicamente la partita conclusa con uno spettacolare 2-3 sul Genoa santificato dalle reti di Salah, Tachtsidis, Pavoletti, lo stesso Totti ed El Shaarawy, ex fischiato quasi come Perotti. Numeri alla mano, l’«inutile» capitano giallorosso nelle ultime cinque partite contro Bologna, Atalanta, Torino, Napoli e Genoa dal suo ingresso in campo ha portato 9 punti, ottimizzati con quattro gol. Insomma, il rinnovo di contratto sembra sempre più una scelta tecnica che una concessione alla carriera.

TORNA STROOTMAN – In partenza, se Spalletti – nervoso abbastanza da litigare con un romanista in tribuna – rilancia Strootman titolare dopo quasi 16 mesi (25 gennaio 2015), Gasperini sceglie di risparmiare i diffidati per il derby. Fuori quindi Ansaldi, De Maio, Gabriel Silva e Rigoni. In ogni caso è un Genoa col coltello tra i denti, visto che il 4-2-4 iniziale dei giallorossi, proprio perché non dà punti di riferimento, mette in crisi la difesa ligure grazie agli inserimenti di Nainngolan a destra e di Perotti a sinistra. Forse proprio i pochi minuti arrembanti illudono i genoani, perché col pressing alto aprono subito autostrade ai giallorossi. E se al 5’ El Shaarawy sfiora il gol, un minuto dopo è Salah a non sbagliare, facendo da terminale a una bella azione in velocità sull’asse Nainggolan, El Shaarawy e Perotti. A quel punto Gasperini riorganizza tutto, spostando Rincon sulle tracce di Perotti, Dzemaili su quelle di Nainggolan e Tachtsidis più centrale per non perdere di vista Strootman. Buon per i rossoblù che proprio un break di Suso sull’olandese innesca Laxalt al sinistra, sul cui appoggio l’ex Tachtsidis fulmina Szczesny. E qui comincia una parte più definita, col Genoa attendista e la Roma – con un buon De Rossi – pronta a far girare palla in velocità e a ribaltare sempre il fronte cercando il lato debole, senza contare che al 25’ protesta non senza ragione per un gomito largo in area di Izzo su El Shaarawy. Ne consegue che le occasioni si susseguono col Faraone che spesso non inquadra la porta, ma quando lo fa trova Lamanna a dirgli di no (37’). Ma i rossoblù non fanno solo barricate, perché nelle ripartenze sono vivi, tant’è che Szczesny al 34’ deve compiere un miracolo su tiro di Suso da fuori.

RIBALTONE – La ripresa comincia con una Roma a trazione sempre più anteriore, ma se nelle ripartenze Suso per due volte sfiora il raddoppio, la partita cambia davvero quando sulla sinistra Dzemaili e Rincon confezionano un assist per Pavoletti, che porta il Genoa in vantaggio (20’). I giallorossi intanto, con l’ingresso di Totti al posto di Perotti, si sono riposizionati nel 4-2-3-1, mentre Gasperini gli appiccica quasi a uomo il neo entrato Marchese, ma sotto di un gol non può più bastare. E allora spazio anche per Dzeko, con Maicon fuori, Rüdiger spostato a destra e De Rossi arretrato in mediana. La grande pressione porta a una punizione un po’ generosa che Gervasoni fischia per fallo di Dzemaili su Totti, ma evidentemente c’è voglia di favola perché lo stesso capitano la nobilita realizzando il gol del pari (32’). Tre minuti dopo, dall’altro angolo dell’area, il capitano cerca il bis ma stavolta Lamanna gli si oppone. La capitolazione però è solo rinviata perché al 42’, su lancio di De Rossi, Dzeko innesca El Shaarawy per il più classico e doloroso gol dell’ex. Partita finita? Macché. Al 48’, è Szczesny in un’uscita a salvare il risultato su Capel, lanciato dall’ottimo Rincon. È l’ultimo sussulto di una partita assai bella, che proietta il Genoa verso un derby furente e la Roma in piena caccia al 2° posto. Per il prossimo turno, allacciate le cinture.

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