La Roma dura poco. Il solito Under segna e illude poi lo Shakhtar fa il ribaltone

La Gazzetta dello Sport (F.Bianchi) – Nuovi ardori e vecchi difetti. Una Roma double face, bella e autorevole prima e Rometta impaurita e sfilacciata poi. Una Roma che crea quella situazione in cui non capisci se hai perso un’occasione o se l’hai scampata bella. Dal gelo di Kharkiv, la squadra di Di Francesco ritorna prima di tutto con un risultato che lascia ben aperte le porte della qualificazione ai quarti che le manca da 10 anni. Sconfitta di misura con gol, in fin dei conti niente male. Ma la banda Di Francesco esce dal Metalist stadion con un mix di sentimenti, rimpianti e sospiri di sollievo. Negli occhi restano la bella prima fase, le occasioni mangiate, il quinto gol di Under (più un assist) nelle ultime 4 partite. E poi la sottomissione nella seconda fase della gara, il tesoretto che viene sprecato e le super parate di Alisson che tengono in vita squadra e Champions. Alla fine il risultato di questa sfida bella e combattuta è giusto, nel complesso la squadra di Fonseca è stata superiore. Ma per come si era messa la gara, la Roma poteva uscire indenne dal fortino della Shakhtar, dove quest’anno hanno perso Napoli, Feyenoord e City.

LA CHIAVE – Come si è intuito, ci sono state due partite in una: la prima targata Roma, la seconda Shakhtar. Di Francesco alla vigilia aveva chiesto più cattiveria e l’ha avuta per 45’, più nella fase difensiva che offensiva. Lo Shakhtar è partito forte, come previsto: coi suoi peperini brasiliani penetrava con relativa facilità sulla sinistra con Bernard, che il convalescente Florenzi (gastroenterite alla vigilia) conteneva a fatica. C’era una leggera supremazia nel possesso palla per gli ucraini. Ma la Roma pian piano ha preso le misure e, mentre Marlos e compagnia non riuscivano a impensierire Alisson, ogni volta che ripartiva procurava dolore alla difesa non proprio rocciosa dello Shakhtar. La banda Di Francesco funzionava alla grande nel recupero palla e nelle ripartenze sulla sinistra con la coppia Kolarov-Perotti. All’argentino, ispiratissimo, riuscivano più dribbling che a Bernard e Kolarov sfornava puntuale una serie di cross in area. Il risultato è stato una collezione di corner e di occasioni, alcune clamorose, che soprattutto l’Edin ancora depresso falliva. La prima su calcio d’angolo, dove ha tirato da mezzo metro ma Pyatov ha respinto; la seconda, poi, è stata clamorosa: sull’ennesima incursione di Perotti che gli ha regalato un rigore in movimento, Dzeko ha tirato una mozzarella tra le braccia di Pyatov.

INDEMONIATO – Di solito quando sbagli chance così ghiotte sei tu a prendere il gol, secondo una vecchia regola del calcio. Invece, al tramonto del primo round, Dzeko, imbeccato dal solito Perotti, ha indovinato la palla giusta per Under il caldo che non ha regalato la sassata di Udine ma un tiro abbastanza angolato per permettere a Pyatov di toccarlo soltanto. Un vantaggio meritatissimo per il numero di occasioni ma anche per il gioco. Una Roma pronta, brillante, attenta in difesa e su ogni palla, con De Rossi e Strootman a rompere e subito rilanciare. Ma lo Shakhtar è rientrato indemoniato e ha pareggiato subito grazie a un lancio del centrale di difesa Rakitskiy non intercettato da Florenzi per Ferreyra, che ha bruciato Manolas. Qui la Roma ha un po’ sbracato. Sulla destra Under e Florenzi hanno ceduto di schianto con Ismaily e Bernard (e Di Francesco li ha cambiati con Bruno Peres e Gerson). Ma anche in mezzo c’è stato un crollo, soprattutto di Nainggolan, vera delusione di serata. Dunque è stata la volta dello Shakhtar a fare collezione di occasioni. Alisson è stato strepitoso su Marlos e Taison e per poco non ha preso anche la deliziosa punizione di Fred che finisce all’incrocio. E alla fine, pensa tu, bisogna ringraziare Bruno Peres che salva sulla linea a tempo quasi scaduto un tiro di Ferreyra.

VECCHI DIFETTI – Insomma, alla fine è quasi andata bene. A Roma si può ribaltare il risultato, a patto di correggere i difetti: quello di non riuscire ad avere una prestazione intera all’altezza, che coinvolge anche un certa instabilità di carattere; quello di avere poca cattiveria sotto porta. Per fortuna c’è Under, che fa centro alla prima gara di Champions ed è il secondo più giovane marcatore giallorosso di sempre dopo Cassano (e il più giovane turco). Che si mantenga caldo fino al ritorno almeno.

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