La nuova Roma firmata Fonseca: “Così ho cambiato modo di giocare”

 

La Repubblica (F. Bocca) – Se c’è un anno buono per vincere lo scudetto è questo. Perché la Juve e l’Inter hanno i loro problemi o comunque non sembrano così ultraterrene, perché il campionato è una corsa selvaggia, perché i risultati sono un po’ pazzi probabilmente a causa degli stadi vuoti. E poi lo dice anche Sebino Nela, che è uno che ha titolo a parlare e che lo scudetto lo ha pure vinto davvero: “Lo scudetto a Roma non sarebbe un miracolo“. Va bene, è anche solo folle pensarlo e soprattutto dirlo a novembre, ma a Roma il vento fa presto a cambiare. Non più tardi di due mesi fa, ci si chiedeva se fosse giusto ricominciare con Paulo Fonseca, oggi il portoghese è considerato il conduttore e il pilastro di sostegno di una nuova Roma che entusiasma. Il cambio di guardia in società ha sicuramente influito, portato nuovo ottimismo e certezze, vedere Friedkin padre e figlio sempre in tribuna ovunque è stata una sferzata per l’ambiente, a cominciare dai giocatori. E i risultati parlano. La partita della svolta fu la sconfitta di Napoli a luglio. Da allora la Roma non ha più perso in campionato: sono 16 le partite del decollo. Segnò quel ko la decisione di un cambio di modulo. “Non sono l’allenatore che ero prima, e non sono neanche l’allenatore che ero l’anno scorso, mi sono evoluto a livello tattico” ha detto al programma “Quarantena da Bola” su Youtube. “Non posso dire che a Roma ho idealizzato un modello di gioco. Quello che pensavo quando sono arrivato, è molto lontano da quello che penso adesso“. Da Napoli-Roma del 5 luglio a Napoli-Roma di domani. Tutta un’altra.

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