Kvaratskhelia contro Dybala, genio al potere

Corriere dello Sport (C. Gatti) – Dovrebbero spiegarcelo, i manichei della geometria: se davvero serve tutto, perché allora abolire proprio la fantasia. Se non altro, non lo devono spiegare a Mourinho e a Spalletti, che Dybala e Kvara li hanno, li usano e se li tengono stretti. Così alla fine si crea l’incanto che stasera contempleranno i beati del San Paolo Maradona, santuario pagano in cui quanto valga un certo modo di amoreggiare con la palla l’hanno capito più di tutti, non da oggi:i due Giotto del campionato, in definitiva gli ultimi due, i migliori due, saranno in esposizione contemporaneamente, nel festival della fantasia e della creatività che comunque non lascerà indifferenti. Poi si sa che il risultato magari lo decidono gli Osimhen e gli Abraham, che il possesso e la pressione saranno gli altri ad applicarli e a imporli. Ma il tocco magico, il dribbling imprevedibile e la rifinitura impensabile, quelli sono affare esclusivo e riservato.

Dybala e Kvara, Kvara e Dybala, la riserva indiana di un altro calcio e di un talento superiore. Che poi, se vogliamo, non è solo poesia, perché casualmente gli statistici documentano come abbiano tutti e due a carico 7 gol, per niente fuffa. Questo per dire che dovremmo anche smetterla di considerarli solo un lusso supplementare e impalpabile: quando un allenatare punta sulla fantasia, la fantasia sa essere dannatamente efficace. Cioè decisiva. In settimana ci ha informati l’Intelligenza Artificiale di Olodip che Dybala è il miglior calciatore della seria A. Ma va? Noi, che non siamo artificiali, e tanto meno intelligenti, qualcosa di simile avevamo comunque intuito. Certo per il livello medio che lo circonda, ma prima di tutto per la qualità assoluta del soggetto. E con la sua quella di Kvara, che come minimo è il numero due. Certo i Giotto fanno anche saltare i nervi, sono volubili e scostanti, certe volte spariscono per delle mezz’ore e non c’è verso di trovarli da qualche parte. Ma dovremmo saperlo, per definizione Giotto non dipinge otto ore al giorno su ordinazione, tanto al metro quadro: Giotto crea quando c’è l’ispirazione. Altrimenti non servirebbero neppure più gli imbianchini.

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