Il Messaggero (A. Angeloni) – E si ritorna a quel 4 maggio del 2021, quando la Roma annunciò con un tweet, l’arrivo di José Mourinho. Ma come, un mostro sacro come lo Special, sulla panchina della Roma? Quel giorno, da queste parti, si è capito che non esistono sogni impossibili e quindi perché non immaginare uno come Mou in giallorosso.

Fatto nuovo, sogni nuovi: Jurgen Klopp annuncia il suo addio dal Liverpool a fine stagione: è stanco, stressato. Si concederà un anno sabbatico, ha rivelato. Era accaduto già a Guardiola, poi a Conte, ad Allegri, e anche Spalletti si era preso un anno di riposo, voleva fare il contadino e poi abbiamo visto cosa è successo, il richiamo azzurro è andato oltre ogni suo desiderio e volontà. E’ lecito, dunque, inseguire l’impossibile e oggi Klopp lo sognano in tanti, non le inglesi, visto che il tedesco ha giurato e spergiurato che “mai più guiderà un’altra panchina inglese che non sia il Liverpool”.

Ci pensa, eccome. De Laurentiis, che ha Mazzarri a tempo determinato, ha riferito che non andrà a corteggiare Mourinho, si attendono sorprese. Ci pensa il Milan per il dopo Pioli e a Roma, tra una battuta e un’altra, un riferimento i tifosi lo hanno fatto, la loro vita del resto è cambiata proprio con Mou, in quella data che ha reso possibile l’impossibile: amano De Rossi ma poi, chissà.

Pensare a Klopp sulla panchina della Roma è difficile, anche, in giro ci sono club molto più ambiziosi e facoltosi. Lo stesso Barcellona, oppure un ritorno in Germania. Ed ecco perché oggi l’imprevedibilità dei Friedkin, di De Laurentiis & co, alimenta i sogni di certe piazze. Poi ci vogliono i soldi e tanti, e non solo da concedere a un allenatore che in un solo anno ha vinto più di qualche squadra italiana in questione nella loro storia, ma anche da investire – e bene – sul mercato. Insomma, nel calcio i sogni si pagano.