Juve, brava. Sette più

Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Cento punti nell’anno solare, giocando 38 partite, l’equivalente di un torneo intero. Venticinque vittorie consecutive allo Juventus Stadium in campionato, con l’ultimo stop che risale al pareggio 1-1 contro il Frosinone del 23 settembre 2015 e l’ultima sconfitta allo 0-1 contro l’Udinese di un mese prima. Titolo d’inverno archiviato con due giornate d’anticipo, Roma lasciata a sette punti di distacco e Milan a otto, in un sabato perfetto per pianificare la grande fuga e gestire il vantaggio quando arriverà la Champions League. Ennesima sconfitta inflitta ai giallorossi, che negli ultimi anni erano stati spesso gli unici rivali credibili, almeno fino allo scontro diretto. Higuain che vince il duello diretto con Dzeko, aiutato da una squadra che non lo cerca solo con il pallone alto e lungo, ma bravo a saper di giocare un doppio registro: letale quando è vicino alla porta, generoso quando fa la seconda punta, più di Mandzukic, nella strana ma vincente coppia offensiva.

Il potere della Juve è nei numeri e nei fatti, anche tra le pieghe di una partita senza troppi effetti speciali, ma dove le occasioni da gol pulite sono state solo bianconere. La Roma non ha giocato male, soprattutto a partire dalla mezzora, ma è sembrata depotenziata nella fase d’attacco per l’assenza di Salah (inizialmente in panchina), per l’incapacità di Perotti di tirare in porta e per una scelta bizzarra di Spalletti a inizio match.

La grande sorpresa, infatti, è Gerson tra i titolari. Il brasiliano, classe 1997, ex Fluminense, finora aveva giocato solo 99 minuti in serie A. La Roma è stata generosa nel cercare il pareggio per 80 minuti, ma ci è andata vicina solo con qualche mischia su calcio d’angolo. Poco per una squadra con il marchio di Spalletti. Con Salah sano — nella ripresa si è capito perché non è partito titolare — poteva essere un’altra partita. Da chiedersi, però, perché El Shaarawy sia quasi uscito dalle rotazioni.

Allegri ha avuto il massimo dalla coppia Higuain-Mandzukic e ha trovato in Sturaro un sorprendente uomo partita. Al centrocampista è mancato soltanto il gol, ma per merito di due straordinarie parate di Szczesny. La differenza vera è stata questa: la Juve è entrata in area della Roma con l’azione, la Roma quasi solo a palla ferma. Una Roma che non ha demeritato — lo ripetiamo — ma che quasi mai ha dato l’impressione di poter rimontare lo svantaggio.

Il gol di Higuain è un capitolo a parte. A seconda della generazione a cui si appartiene può aver ricordato un gol di Nordahl, di Gigi Riva o di Batistuta. Ai ragazzi di oggi ha ricordato semplicemente un gol di Higuain. È bastato che De Rossi cercasse l’anticipo, senza trovarlo, per scatenare il Pipita nello spazio, faccia alla porta. Mandzukic è stato bravo a tagliare l’area portandosi dietro Manolas e Fazio, mentre Ruediger non ha stretto abbastanza sull’avversario. Manolas ha capito il pericolo e ha provato a sterzare verso Higuain, che, però, lo ha dribblato e ha scaricato un sinistro potente a fil di palo. Fine dei giochi.

Era il 14’ e la Roma aveva ancora molto tempo per recuperare, ma lo Juventus Stadium è rimasto un tabù: sette visite, sette sconfitte, diciannove gol subiti e solo tre segnati. È anche così che si decidono i campionati.

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