Italia, minimo sindacale

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Il Tempo (G.Giubilo) – L’Italia si riprende il primato nel proprio girone. Stesso risultato ma, rispetto alla penosa esibizione contro Malta decisiva l’ammissione di colpa di Antonio Conte. Mezza squadra cambiata, una vittoria mai realmente in discussione, il rimpianto soprattutto per le troppe occasione de gol sciupate.

Ma superiorità netta anche se Buffon ha trovato un lavoro inaspettato. La Bulgaria si giocava la sua ultima carta, ma ha confermato di non essere all’altezza delle prime della classe. Adesso l’appuntamento è per l’autunno. Potrebbe diventare decisiva contro la Norvegia in programma per l’ultima giornata all’Olimpico di Roma, che potrebbe risultare però ininfluente: se gli azzurri vinceranno a Baku avranno la certezza matematica di partecipare ai prossimi campionati europei in Francia conservando i quattro punti di vantaggio sulla Croazia. Non uno spettacolo memorabile ma qualcosa di buono i nuovi entrati l’hanno almeno garantito.

L’avvio era stato carico di emozioni. Non tutte in positivo, pero, perché prima ancora di giocare, ci saremo, al solito, fatti riconoscere per gli ignobili fischi della folla all’inno nazionale bulgaro. Ma di peggio avrebbero fatto le tre voci di mamma Rai non un solo accenno di dissenso per quell’episodio. Del resto, la telecronaca aveva lo stampo di quelle affidate in campionato, ai commentatori-tifosi. La partenza della Nazionale, peraltro non avrebbe potuto essere migliore, perché un fallo su Candreva aveva indotto l’arbitro russo a decretare il calcio di rigore. L’ha dovuto segnare due volte, Daniele De Rossi, con tanto di ripetizione perché due azzurri erano entrati in aria prima della battuta. Ma il romanista è rimasto freddo e preciso, mettendo a segno il suo diciassettesimo gol in nazionale, salendo al primo posto nella classica dei bomber tra i giocatori schierati ieri sera.

Traguardo importante per Gigi Buffon, al gettone di presenza numero centocinquanta nella nazionale maggiore. Celebrato con una splendida deviazione in angolo su un destro di Micanski partito approfittando di una leggerezza di De Rossi. Ma il pallino del gioco è rimasto in mani italiane, d’apprezzare l’impegno costante di Verratti, Candreva e soprattutto El Shaarawy molto attivo sulla fascia sinistra. Tenace, al solito, Pellè poco fortunato nelle conclusioni.

Ripresa in dieci contro dieci, rosso per il fallaccio di Micanski e la reazione di De Rossi. Altre occasione mancate per noi, ma non succede poi nulla. Non arriva, da Oslo, il pareggio che Conte auspicava per limitare i progressi in classifica delle dirette rivali.

Ma forse va ancora peggio, perché alle otto della sera il primato del girone va alla Norvegia, che scavalca gli Azzurri, prendendosi una clamorosa rivincita sulla Croazia. Memori delle cinque reti pressi all’andata , i norvegesi hanno infittito le maglie difensive, creando seri problemi ai discepoli di Nico Kovac. Ci ha provato in tutti modi Mandzukic: di testa, di piede, perfino con lo scorpione marchio di fabbrica di Ibra. Non ha avuto fortuna. Poi sul calo degli ospiti che avevano spesso molto, è entrato in scena Berget, barbone con fattezze da orco, e in Italia aveva vissuto una breve avventura, senza gloria, con l’Udinese.

Una prudenza il primo gol del mancino, che poi avrebbe fatto il bis, con l’aiuto di una deviazione di Corluka. Ma non è poi una notizia cosi entusiasmante per l’Italia, perché anche con il terzo posto attuale, la Croazia rimane la squadra più qualitativa del girone. Difficile pensare che possa mancare la promozione all’Europeo di Francia.

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