Il ninja robot: «Sì che gioco»

Corriere dello Sport (R.Maida) – Sorrisi in partenza, sorrisi all’arrivo. «Ce la fai, Radja?» gli domandano a Fiumicino. Nainggolan risponde simpaticamente sdegnato: «Eh certo, altrimenti mica sarei partito». Come stai? «Alla grande, sono a disposizione, sono qui». Miracolo compiuto, al di là della pretattica. Spera di giocare. Sarebbe stato un sollievo comunque, lo è ancora di più prima di Barcellona-Roma.

FELICE – Lo racconta il saluto complice dal balcone del Rey Juan Carlos Hotel, dietro al cappellino nero da baseball, dietro alle cuffiette per la musica. Qualche tifoso lo chiama, Nainggolan risponde con un gesto che sa di benedizione. Come un leader politico, da leader calcistico. Il Camp Nou dista un chilometro e mezzo ma da ieri mattina è molto più vicino e accogliente.

L’ALLENAMENTO – Lui lo ha calpestato con sfrontatezza, entrando in scena da penultimo (seguito da De Rossi) per la galoppata di rifinitura: ancora prima di correre, da fermo ha fatto un colpo di tacco per Dzeko, due palleggi e un tiro teso nella porticina piazzata alla sua destra. Se mancava il responso del campo, il provino è andato abbastanza bene: l’inquietudine nasce dal fatto che si sia toccato il muscolo infortunato a fine seduta. Ci sarà un altro test stamattina, ma Di Francesco conta di utilizzare il suo robot.

IL PROLOGO – Si era intuito già da lunedì che la speranza era tornata reale. Da quando cioè la risonanza magnetica ha svelato dettagli positivi nel muscolo toccato duro a Bologna. L’ematoma era dovuto alla forte botta e non a una lesione. A questo punto è solo un problema di dolore: se Nainggolan se la sente, magari con un analgesico di supporto preventivo, Di Francesco potrà schierare il centrocampo titolare. E così sarà perché la situazione, per fortuna, è molto migliore rispetto al derby di novembre. All’epoca la lesione muscolare c’era, ricordino di un allenamento con la Nazionale belga, ma non impedì al guerriero di giocare e segnare contro la Lazio.

ZERO – L’auspicio della Roma è che si ripeta il copione, senza però provocare conseguenze. Il rischio per la coscia c’è, inutile nasconderselo, ma il gioco vale la candela. D’altra parte Nainggolan non ha quasi mai saltato una partita durante l’inverno nonostante la piccola lesione a un polpaccio. Perciò, al di là dell’obiettivo mondiale che gli interessa molto ma non è scontato, non si risparmierà in questo finale di stagione. Tantomeno in Champions, competizione che non gli ha riservato mai un trattamento di favore. A parte la mancanza assoluta di gol nelle precedenti 23 partite, compreso il preliminare sciagurato con il Porto, l’unica visita da avversario al Camp Nou è stata un incubo: venne sostituito nell’intervallo da Iturbe con il Barcellona già avanti 3-0. A partita compromessa, Rudi Garcia decise di concedergli un secondo tempo di relax. Stavolta può essere tutto diverso.

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