Corriere dello Sport (R. Maida) – Un coro lungo un minuto, di sollievo catartico, dopo il gol di Dybala. Una risposta in diretta, con la mano sul cuore, indirizzata inequivocabilmente verso la Curva Sud. Dopo le manifestazioni di vicinanza, dopo decine di sold out all’Olimpico, l’amore tra José Mourinho e i tifosi della Roma ha toccato il livello più alto. Mai, in due anni e mezzo, si era sentita una dichiarazione così esplicita, sulle note della celebre “Can’t take my eyes off you”.

Mourinho ha detto grazie anche dopo, con un post social, e non smette di commuoversi davanti ai concetti diventati rito collettivo: “empatia”, “gente”, “famiglia”. Difficilmente ascolterete o leggerete un’intervista nella quale l’allenatore non utilizza queste parole chiave. Non si può piacere a tutti, dicono, ma Mourinho sta smentendo anche questo adagio. Si ricorda a fatica un tecnico della Roma che abbia raccolto tanti consensi, un’adesione plebiscitaria.

Non sarà lui, chiaramente, a chiedere alcunché a Dan Friedkin. Mourinho sa benissimo di essere stato vicino all’esonero, sia dopo la tremenda sconfitta di Genova sia alla vigilia della trasferta di Cagliari ha sempre lasciato al presidente uno spiffero di dialogo. Non potrebbe mai raccontare di essere stato convocato per discutere il prolungamento. Ma nelle dichiarazioni ufficiali, soprattutto perché confortato dal rapporto con il pubblico,
fosse vero, come non potrebbe annunciare a sei mesi dalla fine della stagione di essersi già accordato con un club saudita. Entrambe le verità sarebbero tossiche per la Roma, tanto più in un periodo di felicità ascendente. Ma la sensazione tra il detto e non detto è che tutto sia ancora possibile. Non facile, non probabile, ma almeno plausibile in un calcio dove le certezze durano molto meno dei contratti.