La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Può il peggiore in campo diventare un eroe? Sì, si può. Basta guardare quando successo a Dean Huijsen, che dopo aver sbagliato tanto, se non quasi tutto, si è inventato un gol gigantesco, che ha tirato fuori la Roma dalle sabbie mobili, lanciandola verso la vittoria. Già, perché prima del gol dell’olandese la Roma stava faticando da matti (“Non avevamo mai sofferto così tanto, ma è stata colpa mia che ho fatto un po’ di casino“, l’ammissione di De Rossi a fine gara) e quella rete ha trasformato la notte in giorno e il buio in luce piena.

Ma Dean è giovanissimo, un 2005, ha l’età di mia figlia (Gaia, ndr ) – dice ancora De Rossi –. È capace di fare quello che ha fatto sul gol, ma non deve essere così soft. È un giocatore a cui tra qualche anno chiederemo i biglietti per andare a vedere la finale di Champions“. Ma Huijsen è stato al centro di tutto non solo per il gol, ma anche per le polemiche. A partire da quel dito con cui ha zittito i tifosi del Frosinone (che lo hanno fischiato dal via) e che non è piaciuto a nessuno. “È una scemenza, non un gesto grave – continua De Rossi, che nell’intervallo ha urlato di tutto contro la squadra facendo tremare i muri dello Stirpe –. Gli è costato 45’ di Serie A, imparerà e non lo farà più. Ma io di scemenze ne ho fatte tante, non posse fargli la morale“.

Già, anche se poi dopo la carezza di DDR arriva il rimprovero di Di Francesco. “Volevo dargli uno scapaccione – dice il tecnico del Frosinone scherzando, ma neanche troppo – È giovane e deve imparare, quello che ha fatto è una mancanza di rispetto. Verso me e verso il Frosinone. In un posto, tra l’altro, dove doveva venire a giocare, è stato a lui a chiamarmi e a chiedermi cosa pensassi. Ma non mettiamogli la croce addosso, è giovane, imparerà“.