Oggi alle 13:30 Gian Piero Gasperini ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Roma valida per la non giornata di Serie A. Il mister giallorosso ha toccato vari temi e impressioni sulla squadra dopo le varie partite disputate in precedenza.

GASPERINI IN CONFERENZA STAMPA

Su Dybala.
“No, ma i problemi di Paulo sono sempre stati gli infortuni, soprattutto recentemente. Diversamente lui ha tutte le qualità, non solo tecniche che sono riconosciute, sicuramente di tiro, ma non solo. Ma lui anche, per quello che riguarda la resistenza, la tenuta fisica, lui ha fibre di alto livello. Altrimenti non riesci a raggiungere traguardi così importanti, se anche dal punto di vista non solo tecnico, ma anche atletico e fisico, non hai delle qualità assolute. Sicuramente, si sta allenando molto bene. Probabilmente prima c’erano dei momenti in cui si doveva allenare meno perché aveva sempre qualche problema. Adesso lui ha superato in questo momento, anche psicologicamente, le sue difficoltà. Crede di poter raggiungere nuovamente certe velocità, certi spunti, certe capacità di tirare anche un po’ più forte. Però è tutta roba del suo bagaglio, la stiamo tirando fuori, almeno. Io vorrei che per lui fosse una stagione veramente di quelle importanti. C’è bisogno solamente di continuità. Poi è un giocatore ancora che ha un’età oggi, i giocatori sono ben allenati, possono giocare anche più avanti negli anni. Lui non è così vecchio, assolutamente. Per certi aspetti è nel momento anche migliore della maturità calcistica. Deve avere dentro di sé proprio la voglia di fare una stagione di quelle che ha fatto qualche anno fa”.

Domani si gioca la decima giornata: forse è presto per parlare di sfida Scudetto, ma Roma e Milan stanno dimostrando di essere qualcosa in più di semplici outsider. Cosa teme in particolare della squadra di Allegri?
“Io non partecipo a queste discussioni su scudetto o Champions, ognuno è libero di trarre le proprie considerazioni. In questo momento penso solo alla Roma e a come si rapporta con una squadra come il Milan. Entrambe hanno avuto un’ottima partenza. Gli altri obiettivi e i discorsi più ampi li lascio volentieri ad altri. È chiaro però che Inter e Napoli sono partite con i favori del pronostico e hanno qualcosa in più. Il nostro obiettivo è misurarci con loro: lo abbiamo fatto con l’Inter e abbiamo disputato un’ottima prestazione, ora ci misureremo a San Siro con il Milan, una squadra di grande valore che quest’estate ha inserito giocatori molto importanti. È una bella occasione per noi, una di quelle partite che ti fanno crescere”.

C’è un dato importante: nel 2025 la Roma ha fatto più punti di tutti in campionato, 70, otto in più del Napoli e undici in più dell’Inter. Che tipo di indicazioni le dà questo dato? E cosa può dare ancora di più questa Roma?
“In termini di punti è difficile fare meglio, anche perché quei punti ci hanno portato a un sesto posto, e ora siamo solo all’inizio. In termini di squadra, però, il lavoro quotidiano è la cosa più importante. Il mio obiettivo è migliorare, coinvolgere il più possibile tutti i giocatori e costruire un impianto di gioco che renda la squadra sempre più competitiva. Fare più punti di così è complicato, ma si può comunque diventare una squadra migliore. L’importante è che i punti che riusciremo a conquistare siano più efficaci, magari più pesanti, rispetto a quelli ottenuti finora”.

Il Milan ruota molto intorno a Modric sia in fase di costruzione che in quella difensiva. La soluzione con Cristante trequartista, per occuparsi della posizione del croato, può essere riproponibile?
“Riproponibile per noi, per il nostro tipo di gioco e di partita. Non è solo Cristante: ha fatto molto bene anche Pellegrini e qualche volta abbiamo provato anche altri giocatori in quella posizione. Non so ancora se giocheremo così o con un tridente diverso. Modric è un giocatore straordinario: sa muoversi, spostarsi e occupare diverse zone del campo, quindi non è facilmente limitabile. Noi però dobbiamo concentrarci soprattutto sul nostro tipo di gara”.

Guardando il rendimento dei centrocampisti, con l’Atalanta quasi tutti segnavano 5-6 gol a stagione. Quest’anno Cristante ha già trovato la rete, ma gli altri ancora no. È una sua richiesta di inserirsi meno in area o si può crescere anche da quel punto di vista? E un giudizio su El Aynaoui, che sta utilizzando sempre di più.
“El Aynaoui sta crescendo e sta facendo bene, come tanti altri giocatori che mi sembrano in miglioramento. È arrivato quest’anno e, come spesso accade a chi viene da altri campionati, serve un po’ di tempo per adattarsi. Sono pochi quelli che entrano subito e spaccano. La Roma comunque ha segnato molto finora, e questo è un dato positivo: abbiamo trovato il gol con tanti giocatori, sei o sette, non so di preciso quanti. È un segnale di coralità, della capacità di creare pericoli con interpreti diversi. È vero, a parte Cristante, gli altri centrocampisti non hanno ancora segnato, ma speriamo che lo facciano presto. Di solito, quando una squadra produce tanto e segna molto, poi si distribuiscono meglio anche i gol. In quella mia Atalanta segnavano tanti perché la squadra nel complesso realizzava tanto”.

Questa è una squadra ancora alla ricerca della sua migliore versione o, avendo tante soluzioni, sarà così fino alla fine della stagione?
“A me non sembra che ci sia tutta questa diversità. Difesa e centrocampo sono abbastanza stabili: la difesa è quella, il centrocampo è quello, anche gli esterni sono sempre gli stessi. È vero, Wesley a volte ha giocato a sinistra, ma ha sempre fatto l’esterno, non certo il centravanti o il difensore centrale. Davanti, invece, c’è stata un po’ più di varietà, anche per necessità. All’inizio Dybala e Bailey non c’erano: sono stati fuori a lungo e non facevano parte del gruppo. Recuperandoli, Dybala lo abbiamo rivisto bene solo da due settimane, mentre Bailey lo stiamo ancora inserendo. Chi ha dato più continuità è stato Soulé, che ha giocato praticamente sempre. Uno dei miei obiettivi iniziali era dare solidità e continuità a un nucleo di squadra, e poi inserire gradualmente gli altri. È quello che sta avvenendo, partita dopo partita. È chiaro però che abbiamo bisogno di risultati: per questo, anche se mi piacerebbe cambiare di più, bisogna sempre tenere equilibrio. Durante la partita, invece, i cambi li faccio quasi sempre tutti. Non mi sono mai piaciute le cinque sostituzioni: da dopo il Covid è un altro calcio. Però mi sono adattato e le uso sempre. Non mi piacciono perché tolgono il calo fisico naturale: una volta, nel finale, emergevano le differenze di condizione, ora con cinque cambi cambi mezza squadra. È quasi basket. A me piaceva di più quando era una questione di resistenza e di selezione nei novanta minuti. Ma le regole sono queste, e pur non piacendomi, le utilizzo praticamente sempre”.

Volevo chiedere degli attaccanti, mister. Dovbyk, c’è quella bella foto, quel bell’abbraccio suo con lui a fine partita: ha fatto un bel gol. Ferguson si è fatto male, volevo sapere se ci sono novità. Abbiamo visto che dovrebbe essere una cosa di poco conto, ma le chiedevo qualcosa in più. E su Bailey, che ha giocato una quarantina di minuti e poi è uscito: come l’ha visto in settimana, magari un po’ abbacchiato?
“Dovbyk sta bene, è in crescita. Lo abbiamo detto dopo la partita e già da qualche settimana. Se lui sta bene fisicamente, anche sotto l’aspetto tecnico dà di più. Il gol dell’altra sera è stato un bel gol. Potrebbe essere anche il gol che sblocca qualcosa: aveva avuto occasioni con l’Inter, con la Fiorentina e con il Lille. Quando cominci ad avere occasioni, poi timbri anche. È un buon segnale. Ferguson ha avuto una distorsione alla caviglia: non è una cosa grave, ma lo costringerà probabilmente a saltare una o due settimane, quindi i tempi sono quelli. Bailey lo abbiamo accelerato un po’. Per me ha fatto una buona prestazione contro il Sassuolo, almeno nella prima parte della gara, e questo mi ha spinto a portarlo in panchina. Non pensavo di farlo entrare così presto, ma poi l’ho rimesso dentro. Evidentemente viene da diversi mesi di inattività, e dopo la partita di Sassuolo ha fatto più fatica a recuperare. Probabilmente ha bisogno di un po’ più di tempo tra una partita e l’altra. Comunque il giocatore è guarito perfettamente: oggi, con gli ultimi accertamenti, abbiamo visto che sta bene. Ora si tratta solo di trovare la condizione, di spingere, di giocare spezzoni o meno, e di recuperare bene. È solo una questione di condizione, perché viene da un periodo piuttosto lungo di stop”.

Buonasera mister, sia lei che Allegri avete un’esperienza longeva, ma diversa in Serie A: quanto aiuta questo in termini di lucidità nei momenti più delicati delle partite?
“Speriamo, speriamo aiuti sempre. Non lo so, ma in questo momento è chiaro che se hai molte partite alle spalle sicuramente fai una grande esperienza. Però l’esperienza conta e non conta, almeno nel nostro caso di allenatori. Ogni anno è un campionato diverso e ogni partita è una lettura diversa, perché dentro alla stessa partita ci sono più partite. C’è la partita iniziale — magari parti con delle idee, poi bisogna vedere se quelle idee si riflettono in campo, perché c’è un avversario di mezzo — e poi le partite cambiano, sono molto equilibrate. Quest’anno è un campionato, si dice tutti gli anni, ma quest’anno veramente più equilibrato di altri, dove anche le squadre di medio-bassa classifica sono in grado di creare problemi a tutte e di strappare punti. Quindi c’è una partita nel primo tempo, una nel secondo tempo, una nel finale. Sono molto equilibrate: gli episodi le cambiano, quindi devi essere sempre molto attento a fare le letture giuste”.

In relazione alle ultime partite volevo chiederle di Soulé. Ho avuto l’impressione che quando la Roma cambia sistema di gioco, come nel secondo tempo di mercoledì, lui sia quello che risente di più del cambiamento.
“Sì, penso che stia facendo bene. È quello che sta giocando di più. In attacco è comunque dispendioso: spendi molto a dover giocare sempre, a dover dribblare, saltare l’avversario. Anche per questo, qualche volta, esce: ma non è che chi esce perde merito. Le sue prestazioni sono sempre di livello. Anche l’altra sera è stato positivo. È quello che ha più continuità e sono molto soddisfatto di questo”.

Pellegrini nelle ultime partite ha fatto solo spezzoni? 
“Ma se ha giocato sempre, qual è il problema? Parlatemi di quelli che giocano, sono tanti calciatori. Entra, gioca, sta facendo bene: ha avuto il periodo del derby, poi forse un calo fisiologico, col Sassuolo ha giocato bene. Faccio fatica a capire queste domande, prendete il buono di quello che c’è. Chi dovrei togliere?”.