Il Messaggero (S. Carina) – All’orizzonte l’Udinese può attendere. Per carità,i friulani meritano rispetto e attenzione perché “se giochiamo bassi e gli regaliamo palla, ci fanno male” dice Mourinho, che però ha in mente altro. E si libera di qualche sassolino che gli è rimasto in tasca. A partire dal rapporto con i Friedkin: “Con la squadra lavori ogni minuto, e come con la famiglia se’non hai empatia con loro sei in difficoltà. Questa è quella che io chiamo empatia funzionale: creare empatia lavorando. Con la proprietà invece è diverso perché io sono qui e loro là. Io sono pagato per non creare problemi e loro si devono fidare del mio lavoro. L’ultima volta che ci siamo parlati è stato venerdì, ma non abbiamo parlato del contratto“.

Chiarito per l’ennesima volta il tema prolungamento, è il turno di Smalling: “L’infortunio c’è. Poi accade anche tra le persone normali, C’è chi riesce a sopportare meglio il dolore e chi meno. Chris non è un ragazzo che sa giocare soffrendo, si tira un pochino indietro. Dobbiamo avere pazienza e io non posso massacrarmi e non devo farlo con lui. Vediamo quando torna. È però la prima settimana in cui non c’è più il dolore. La prossima speriamo che possa andare in campo ma non con me, con i preparatori. È in ritardo. Non mi aspetto Smalling nelle prossime 2 o 3 settimane. Non so se tornerà prima del 2024, speriamo“.

Sembra quasi rassegnato. Riacquista il sorriso quando gli fanno notare li diverso cammino della Roma all’Olimpico e in trasferta: “È vero, nelle partite casalinghe riusciamo a dare qualcosa in piu, anche negli ultimi minuti. Fuori casa invece ci manca un po’ l’antagonismo di giocare in trasferta. Quando allenavo alcune squadre mi piaceva giocare più fuori che in casa perché avevo una gang di ‘banditi’ che godeva nel fare ciò. Ho avuto delle squadre che dentro il pullman provocavano la gente fuori prima di arrivare allo stadio, volevamo qualcosa per esaltarci di più. Qui invece c’è gente alla quale piace il conforto di casa perché quando esce gli manca la mamma o la nonna che gli fa il dolce“. Ridacchia sornione. Chissà, forse perché sa che oggi si gioca all’Olimpico.