
Il Tempo (G.Giubilo) – La chiesa, direbbe Rudi Garcia, è tornata al centro del villaggio. Al di là degli episodi valutati poco felicemente, al di là dell’equilibrio proposto dalla fortuna, la Roma ha meritato di vincere il derby che aveva affrontato in una situazione di profondo disagio, difficile fare a meno di De Rossi, Pjanic e Florenzi, quest’ultimo in campo per la mezzora finale, come Keita. Tagliavento ha visto un rigore che a velocità normale sembrava netto, la moviola ha certificato che il fallo di Gentiletti era fuori area, salvo un possibile, colpevole tocco di ginocchio. Ma delle valutazioni arbitrali deve lamentarsi anche la Roma, incredibile il secondo giallo risparmiato a Gentiletti. La fortuna, altro fattore, con la clamorosa traversa di Felipe Anderson bilanciata dal palo di Nainggolan a portiere battuto. La Roma deve lamentare anche il cinico fallo di Lulic, che potrebbe imporre uno stop non indifferente a Salah.
La Lazio avrebbe avuto tutto il tempo per rimediare allo svantaggio iniziale. In realtà, è stata forse la Roma a sfiorare più spesso il secondo gol, che infine la volata di Gervinho ha certificato, blindando la vittoria dei giallorossi, senza gol al passivo dopo la vittoria di Frosinone. Non ha tremato la difesa, salvo qualche problema di posizione di Torosidis, sempre più convincenti i progressi di Rudiger. Alla Lazio è mancata l’ispirazione dei protagonisti più attesi, da Biglia a Candreva. Ma resta, per i biancocelesti, la renitenza a ottenere risultati quando affronta le formazioni di alta classifica. E il calendario deve ancora proporgli rivali della levatura di Inter, Fiorentina e Juventus. Nota malinconica, quello stadio abbandonato dal tifo, supporters uniti nella protesta per una situazione che stenta a sbloccarsi. Ai sostenitori giallorossi rimasti all’esterno dell’Olimpico si potrebbe ricordare lo striscione apparso nel cimitero di Poggioreale in occasione del primo scudetto vinto dal Napoli: «Non sapete che cosa vi siete persi». Viene in soccorso della Roma decimata la sosta internazionale. Anche se gli spareggi per gli Europei di Francia terranno impegnati i bosniaci Pjanic e Dzeko. Quest’ultimo attore da proscenio anche in questo appuntamento di fondamentale importanza. Non fosse entrato Florenzi, sarebbe stato il primo derby giocato dalla Roma senza un solo italiano in campo.
Ma forse non è stato uno svantaggio perché i romani hanno lasciato spazio a giocatori meno esposti alle emozioni e agli umori dettati dall’appartenenza alla città. Daniele De Rossi, il più esagitato, ha potuto sfogare le sue emozioni in tribuna e stavolta la gestualità non è risultata offensiva per gli sconfitti. Ieri sera allo stadio Olimpico restava spazio soltanto per la felicità dei vincitori.
