Dzeko, le 7 vite giallorosse. Ma la guerra con Fonseca finirà con due sconfitti

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – La trattativa tra Roma e Inter per lo scambio tra Edin Dzeko e Alexis Sanchez ha subìto un duro stop. I club non hanno trovato l’accordo per “pareggiare” il conto degli stipendi dei due calciatori, simili ma diversi: quello del cileno beneficia del Decreto Crescita, quello del bosniaco no.

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L’Inter, come ha ricordato Antonio Conte, non può fare operazioni onerose: i conti non lo permettono, Zhang è stato chiarissimo. In questa maniera, però, la Roma avrebbe dovuto dare il suo miglior attaccante in cambio della terza scelta nerazzurra e pagare anche un conguaglio.

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A meno di clamorosi colpi di scena, insomma, Dzeko e Fonseca saranno costretti a convivere fino a giugno. I Friedkin, però, a giugno faranno la rivoluzione che fin qui hanno rimandato perché avevano preso una squadra in corsa. Per la panchina c’è un nome solo: Massimiliano Allegri, con un contratto triennale da 4,5 milioni netti più bonus e un piano di rafforzamento concordato. A Fonseca potrebbe non bastare nemmeno la qualificazione in Champions e la clausola nel contratto se Allegri accetta la panchina della Roma l’avrà, anche a costo di pagare una buonuscita al portoghese.

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Non sarà però la vittoria di Dzeko perché il tempo del bosniaco a Roma è comunque finito. Avrà spazio fino a giugno per trovare una squadra. Era difficile farlo in pochi giorni, non lo sarà con mesi davanti. Nel frattempo, i “pontieri” giallorossi proveranno a far convivere Fonseca e Dzeko, perché “l’unico bene che conta è quello della Roma“. Un concetto facile che però né il capitano né l’allenatore hanno capito.

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