Dzeko: «Io guardo sempre avanti e mai dietro»

Il Messaggero (U.Trani) – Spalletti anche dopo l’assist e il gol di Bologna gli chiede di più. Dzeko, però, guarda davanti a sé. Nel mirino c’è sempre la porta avversaria e la Juve capolista. Intanto il feeling con Salah è il migliore che ci sia in Italia: nei 103 gol giallorossi in 47 partite stagionali, Edin e Momo già ne contano 49, 34 il centravanti e 15 l’esterno. Meglio dei bianconeri Higuain, 27 reti, e Dybala, 14, staccati a quota 41. Anche in campionato, dove Dzeko con 24 gol è capocannoniere insieme con Belotti, la coppia giallorossa è avanti: 35 a 29. «Io penso solo a migliorare. Stavolta ringrazio Perotti che invece di tirare mi ha passato il pallone da spingere in porta». Il bosniaco, dunque, pronto al Gran Finale: «Penseremo a chi sta avanti e a chi sta dietro. L’anno scorso abbiamo visto che il terzo posto non ci piace, perché poi ad agosto siamo andati fuori col Porto e non abbiamo partecipato alla Champions. E’ importante finire almeno secondi, davanti al Napoli. Ma ci sono ancora sette partite e siamo a sei punti dalla vetta. C’è lo scontro diretto, tutto è possibile, possiamo e dobbiamo crederci».

RIPARTENZA CONVINCENTEDzeko racconta il post derby. Durissimo, a quanto pare: «È pesante uscire in semifinale di coppa, soprattutto contro la Lazio. Quindi ripartire è sempre difficile. Ma, dentro lo spogliatoio, siamo riusciti a superare la tristezza e abbiamo subito pensato al finale di stagione, avendo ancora sette partite da giocare. È stato importante vincere, perché in trasferta non è mai facile riuscirci e qui, tra l’altro, faceva proprio caldo. Abbiamo realizzato anche tre reti che fanno bene alla squadra. Aumenta la fiducia e l’autostima quando si segna tanto. E anche non aver preso reti ci aiuta in questa fase della stagione: cresce la convinzione nei nostri mezzi». La Roma, ritrovandosi in campionato dopo il fallimento nelle coppe, conferma il differente rendimento nelle competizioni. Dzeko non sa spiegarsi come mai solo in Serie A i giallorossi riescono a essere competitivi. «Non lo so che cosa ci succede. Anzi, per la verità non credo che sia diverso il nostro comportamento. Penso che la Roma abbia sbagliato le prime partite sia contro il Lione che contro la Lazio». L’unico alibi è, però, legato al calendario: «La Federazione non ci ha aiutato, anche quando avrebbe dovuto fare il contrario. Perché è sempre meglio, per il vostro movimento, se una squadra va avanti. Ma in sei giorni ci hanno fatto giocare tre grandi partite. Certo, pure noi abbiamo commesso i nostri errori. E una grande squadra non deve fare così».

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