Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Come dice Claudio Ranieri, con ancor più forza dopo il 2-2 dei giallorossi a Londra contro il Tottenham, il malato Roma sta reagendo. Chi continua ad avere una salute malferma è però l’attacco, ancor più della fase offensiva. I giallorossi creano abbastanza ma chi dovrebbe portare a casa i gol – per ruolo e per ingaggio – fatica ancora molto a fare il suo dovere.
A Londra hanno segnato Ndicka e Hummels, a Bruxelles contro l’Union Saint-Gilloise aveva segnato Mancini. Cioè tre difensori centrali. È vero che a El Shaarawy e Dovbyk sono stati annullati gol dalla Var per offside millimetrici, però le due occasioni più importanti su azione sono capitate sui piedi di Angelino (traversa) e Koné (tiro fuori di pochissimo).
In stagione, tra campionato e Europa League, la Roma ha segnato 19 gol in 18 partite, appena sopra la media di una rete a gara. Se la media di Dovbyk è tutto sommato in linea con un attaccante alla prima esperienza in serie A, mancano i gol di Dybala (uno dei due stato segnato su rigore), di Soulé, di Baldanzi, di Shomurodov e di Pellegrini, che è ancora a secco. Un fardello difficile da portare sulle spalle di una squadra convalescente.