Corriere dello Sport (F.M.Splendore) – E’ arrivato davanti al Teatro Manzoni di Cassino pochi minuti dopo le otto di sera, con la piazza piena, gente che lo abbraccia. E qualcuno che gli urla: «Ti aspettiamo a Roma». E’ una frase che si ripete quasi come fosse un coro, mano a mano che Eusebio Di Francesco si avvicina all’ingresso del teatro dove riceverà il premio Maurizio Maestrelli, intitolato a uno dei figli di Tommaso, il tecnico della Lazio dello scudetto del 1974. Selfie, autografi, gli parlano della Roma e sorride, fa l’occhietto, ma conosce lo spartito a memoria. In un giorno così, non può sbagliare… E così quando un tifoso trasforma quell’invito in una domanda («ma vieni alla Roma?»), Di Francesco mantiene lo stesso sorriso che aveva il ragazzo calciatore conosciuto a Roma e campione d’Italia nel 2001. E giù: «Eh no, di Roma non parlo».
LEGATO ALLA ROMA – Il nome di Di Francesco non rimbalza per caso, sembra una convinzione che dentro Trigoria sta prendendo corpo ora dopo ora. Parliamo di Roma? «No, anche perché non c’è nulla di concreto. Parleremo di qualcos’altro che non sia il Sassuolo quando e se diventerà concreto». Parliamo di Sassuolo. «Sono contento di quello che abbiamo fatto quest’anno, è stato un segno di crescita ulteriore, abbiamo giocato l’Europa League passando anche attraverso assenze e infortuni importanti». Poi arriva la fine della stagione e si parla di Di Francesco che va via. Un anno fa la Fiorentina, poi il Milan, anche la Juve. Di Roma però si è parlato e riparlato. Ma dopo tanto Sassuolo ci si sente pronti al salto? «Ma che domande, pronto sono pronto… Lo sarei per qualsiasi club perché questo è il mio mestiere». Pronto per la Roma? «Pronto sì, ma non parlo di Roma… Voi sapete che ci sono degli interessi, io adesso penso solo al Sassuolo, ai due anni di contratto che ho con una clausola». Però ad un futuro altrove forse per la prima volta ci pensa davvero… «Questa settimana saprete tutto, sabato parlerò con il patron Squinzi e decideremo insieme». Sa di addio. Ancora sulla Roma: «Sono tifoso del Pescara, che è la squadra della mia città. A casa c’è un solo tifoso giallorosso, mio figlio Federico che è cresciuto a Trigoria. Ma se mi chiedete a quale squadra di A sono legato, questa è sicuramente la Roma».
TOTTI E PELLEGRINI – Gli chiedono di Totti, dello striscione in Curva Nord: «Solo ad un campione incredibile come lui può succedere una cosa del genere. Il suo futuro? Lo sceglierà lui. La gestione? No, sono altrove, non rispondo». Da Totti a Pellegrini, il giovane talento di cui la Roma ha il diritto di recompra. Di Francesco lo ha allenato e anche ieri sera si è intrettenuto con il manager Giampiero Pocetta, altro premiato della serata e agente anche di Defrel. Pellegrini è da Roma?: «Sì, Lorenzo merita un grande club, lo dicono i suoi numeri, i gol e gli assist». E magari lo allenerà ancora lui.