La Repubblica (G. Cardone) – Il derby è un brivido costante che accompagna la vita quotidiana dei romani, figuriamoci a pochi giorni dalla Partita. La tensione sale, i riti scaramantici si attivano, le frecciate da Trigoria a Formello e viceversa si sprecano. Claudio Lotito lancia la sua: “L’altra fazione è portata a enfatizzare, è più caciarona, ma se non raggiunge l’obiettivo si nasconde e sparisce. I laziali invece sembra, sottolineo sembra, che preferiscano soffrire in silenzio”.

Da parte loro, i due allenatori hanno già iniziato il balletto del favorito (che ovviamente è sempre l’altro): “La Lazio sarà più riposata di noi – ha attaccato Mourinho – perché hanno giocato martedì e noi invece giovedì, avrà un vantaggio di 48 ore”. Pronta la risposta di Sarri: “Vero, ma loro a Praga avranno un’amichevole (riferimento alla situazione di classifica della Roma in Europa League, ndr), mentre la nostra contro il Feyenoord è stata una guerra”.

Pesantissima la controreplica di Mou, ieri: “Amichevole? Queste sono dichiarazioni che offendono la gente dello Slavia, non me. Io rispetto sempre i miei avversari, lo Slavia è un’ottima squadra. Quello che fa la differenza è il modo di pensare le partite: magari la differenza tra un allenatore che ha vinto 26 titoli e uno che ne ha vinti pochi è questa mentalità. Non ci sono amichevoli, ogni partita va giocata al massimo”. Funziona così, nei giorni precedenti: ogni concetto può diventare boomerang o pungolo, dipende dai punti di vista.