Derby di Roma e curve vuote (e polizia fuori dagli stadi)

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La Repubblica (F. Bianchi) – “La prospettiva di un derby romano con le curve vuote mi provoca dispiacere: credo che un derby sia anche un momento di partecipazione. L’assenza dei tifosi in curva, sicuramente non è positiva“. Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, intervistato da Enrico Varriale per il Processo del lunedì. Sull’eventualità che possibili tensioni si spostino adesso fuori dallo stadio, Gabrielli ha aggiunto: “Si tratta di un’evenienza. Il questore e le forze di polizia stanno lavorando anche a questa ipotesi, ma mi auguro sia scongiurata. Abbiamo sentito tifosi di Roma e Lazio e alcuni di loro si chiedono perché, al posto delle barriere, non si sia pensato alla videosorveglianza. Su questo punto è necessario fare chiarezza. Quando ad aprile sono arrivato mi hanno fatto notare che le due curve, in particolare quella della Roma, aveva una capienza abnorme. Da quella ipotetica di 7.500 si arrivava a 12-13 mila. Il questore ha poi presentato un pacchetto-sicurezza, ma la cosa che mi sta più a cuore è l’incolumità. Le società – aggiunge Gabrielli – questa decisione l’hanno subita e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione di tipo diverso, credo non ci abbiano dato una mano, perché quando noi abbiamo comunicato che avremmo diviso le curve e ristretto la capienza, ed è la cosa per la quale io onestamente mi sento di essere vicino al tifoso che magari ha comprato l’abbonamento, pensando di stare vicino a persone con le quali condividere la passione calcistica“.

Obiettivo del governo ormai è quello di far ricadere i costi dello stadio più sui club che sui conti dello Stato, con un incremento del progetto steward e con una tassa (da quantificare ancora) sui biglietti.Io intanto trovo un po’ immorale che nel derby scorso lo Stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio, a fronte del fatto che, occupandomi di sicurezza dei municipi, sento la gente che si lamenta del fatto che non ci sia neanche una pattuglia dei carabinieri. Credo che per un Paese serio che ha a cuore la propria immagine, queste modalità debbano essere superate. E si superano principalmente con l’assunzione di responsabilità da parte dei club“. Gabrielli conclude con un avvertimento al tifo organizzato di Roma e Lazio, che ha inscenato lo sciopero delle curve:Più si radicalizzerà il confronto e meno spazi ci saranno per trovare forme di una diversa gestione di queste questioni. Queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un po’ più dure. Se, invece, la gente ritornerà nelle curve, ritornerà allo stadio e dimostrerà nei comportamenti che la sicurezza e l’incolumità può essere garantita in altro modo. Io credo che nessuno sia così ottuso da non rivedere anche le proprie posizioni. Se invece di tratta di un braccio di ferro è chiaro che per loro sarà perdente. Ne va della credibilità dello Stato“.

Pugno durissimo dunque: i tifosi che diserteranno le curve (saranno qualche centinaio da ambo le parti) saranno tenuti sotto osservazione con le telecamere (alcune anche sui caschi dei poliziotti). Fumogeni e petardi sono proibiti, si rischia la denuncia e il Daspo. Credo e spero che non succeda nulla: protestare, scioperare, è legittimo anche se molti tifosi ci rimettono perché hanno già pagato l’abbonamento. E di sicuro da parte di prefetto e questore non c’è alcuna volontà, almeno per questa stagione, di rivedere le loro disposizioni: le barriere resteranno. Anche se questo va contro lo spirito dell’Uefa che vuole stadi sempre più aperti. Ma c’è anche da dire che all’estero non ci sono i biglietti nominativi e i Daspo (italiani) non valgono: per questo molti tifosi, che da noi non possono mettere piede nello stadio, seguono le loro squadre nelle Coppe europee. Quest’anno sul fronte sicurezza la stagione di serie A è iniziata bene: pochissimi incidenti, pochissimi petardi o fumogeni dentro gli stadio (con le tante telecamere si rischia molto), pochissimi cori razzisti e contro Napoli, e l’arresto in flagranza differita è un deterrente per molti. E’ anche vero che gli stadi, salvo eccezioni, sono mezzi vuoti e che in trasferta non ci va più quasi nessuno. Ma 2.500 romanisti sono andati a Firenze e non è volata una mosca. A Reggio Emilia, per Sassuolo-Juve, non c’era un poliziotto allo stadio. Un esperimento che ha avuto pieno sucesso. Allora si può, con un po’ di buona volontà (e organizzazione). I vertici dell’Osservatorio (Alberto Intini, Armando Forgione e Massimo Passariello) sono soddisfatti di questo avvio di campionato, i dati sono confortanti rispetto alla passato, quando c’era stato un aumento di “criticità” ( “ma bisogna tenere un profilo basso e non abbassare mai la guardia”). Spiace per la protesta di Roma, il derby meriterebbe uno stadio strapieno, e con il consueto folclore. Ma qualcuno starà fuori, altri non tiferanno. Per ora è così, la stagione è ancora lunga.

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