Corriere dello Sport – Daniele De Rossi tra l’effetto Florida e l’effetto Lega. Il primo, detto priming, è un fenomeno psicologico per il quale l’esposizione ad uno stimolo influenza la risposta a stimoli successivi. Il secondo invece è un altro fenomeno, questo istituzionale, per il quale la decisione di un organo calcistico italiano può influenzare il percorso della Roma in Europa League.

Entrambi gli effetti sono temuti dal tecnico, ma se sul primo ha possibilità di intervenire per far sì che la rimostranza non si trasformi in vittimismo e, quindi, non venga percepita più stanchezza del dovuto nei suoi giocatori, sul secondo De Rossi non ha potuto far altro che mostrare tutta la sua delusione sulla scelta della Lega Serie A di far recuperare la gara con l’Udinese il prossimo 25 aprile (alle 20) invece di accettare la richiesta del club di farla giocare a maggio in contemporanea con Atalanta-Fiorentina.

“Qui si è creato un precedente, è la prima volta a mia memoria che non viene accordata la tempistica migliore per giocare una semifinale così importante. Mi dispiace che il presidente Casini non abbia ascoltato le nostre richieste legittime. Mi dispiace soprattutto che Butti (Head of Competitions and Operations della Serie A, uno dei massimi responsabili della calendarizzazione degli impegni del campionato, ndr) , un uomo di calcio per tanti anni anche nell’Inter del Triplete, non ci abbia aiutato e capito: sa benissimo quanto un giorno in più o in meno, può essere determinante per una squadra”. Più chiaro di così non poteva essere. “Detto questo metto un punto perché per l’effetto Florida, può essere devastante ripetere che siamo stanchi, che non ci hanno aiutati, che non ci hanno tutelati: è quello che è successo ma con i ragazzi non ne parlerò più. La gestiremo in altre sedi”.