Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – Prima di Inter-Roma l’avvocato Ledure e la madre di Lukaku mostreranno un certificato paramedico che attesta la contrattopatia di Romelu, patologia che lo affligge dal 2019, ovvero da quando – non trovandosi più bene nel Manchester United – esercitò pressioni d’ogni tipo per andare alla Juve, inseguito da Paratici, oppure all’Inter, corteggiato da Ausilio. Un anno fa, a Londra, il nostro ebbe un’altra crisi: ad approfittarne, in quell’occasione, fu sempre l’Inter. L’estate  scorsa il terzo episodio, il più acuto: dopo aver atteso invano la Juve, Big Rom rinunciò a 120 milioni arabi (in tre anni) per provare a curarsi nella Roma di Mourinho. Lukaku è dunque malato di insofferenza cronica

E a pochi giorni dalla partita dei malumori c’è chi continua ad annunciare proteste rumorose, un’accoglienza degna dei peggiori barabba. Eppure proprio in questo periodo si avverte nel calcioo italiano una sorprendente tendenza al perdonismo, specie nei confronti degli autori di tradimenti assai più seri. La reazione di pancia dei tifosi non è tuttavia una novità: a Luis Figo, che ventitré anni fa lasciò il Barcellona per il Real Madrid, fu dato del “maiale“, con tanto di presenza in campo, nel Clàsico, della testa del povero suino: un episodio vergognoso, mai più ripetutosi. Restando dalle parti nostre, quando l’11 marzo 2007 l’amatissimo Ronaldo, accasatosi incredibilmente al Milan, affrontò il primo derby, fu salutato dagli interisti con una fischiata atomica, poco prima di segnare il gol dell’1-0. La partita finì comunque 2-1 per i nerazzurri. Morale: certe accoglienze portano parzialmente sfiga.