Corriere dello Sport (R. Maida) – Non era stata una bella Roma. Ma, nel momento del malore di N’Dicka, sembrava essere in grado di vincere la partita. Merito quasi esclusivo dell’ingresso di Dybala e dell’assestamento tattico ordinato da De Rossi dopo 8 minuti della ripresa. Il pareggio di Lukaku, al gol numero 11 in campionato e 299 in carriera a livello di club, poteva preludere al ribaltone, dopo la partenza ad handicap determinata dal gol di Pereyra nel primo tempo. Poi la sospensione della sfida, nell’angoscia generale.

Nel calcio capisci subito quando la squadra più forte non è nella sua versione migliore: tornata alla difesa a tre cambiando sette undicesimi della formazione compresi tutti e cinque i calciatori della linea difensiva, la Roma ha regalato tre palloni pericolosi in uscita nei primi 6 minuti, come se fosse confusa dai tanti stravolgimenti. Forse l’idea di De Rossi era specchiarsi nel 3-5-1- 1 dell’Udinese, per evitare di trovarsi in difficoltà nei duel li individuali, ma stavolta la strategia non ha pagato. Alla Roma mancavano di connessioni tra i singoli, che quasi mai avevano giocato tutti insieme.

Il primo a comprendere l’errore è stato proprio De Rossi che ha corretto la rotta dopo 33 minuti. Zalewski, che aveva cominciato da esterno destro, ha ripreso il suo posto da ala sinistra, mentre Llorente scalava a destra da terzino destro puro. La squadra si è sistemata in un 4-2-3-1 con Baldanzi, temibile sullo 0-0 con un bel sinistro al volo, a incrociarsi spesso con Aouar alla ricerca di spazi di qualità. Ma il lungo e lento possesso palla (74,6% nel primo tempo) non bastava a squarciare il gommoso blocco dell’Udinese.

Così dopo 53 minuti ecco finalmente un terzino di ruolo, Karsdorp, più Dybala a governare la trequarti. Fuori Huijsen, che aveva combinato il pasticcio, e Aouar, che non aveva combinato niente. Da quel momento, con Paulo al centro del gioco, la Roma ha alzato ritmo e pressing. Cristante ha servito Lukaku che ha anticipato di testa Okoye (colpevole) per il pareggio. I tifosi romanisti spingevano, convinti che negli ultimi minuti la rimonta sarebbe stata completata. Invece sono, siamo tutti a tremare per N’Dicka.