Canta l’Olimpico: Mourinho a Roma ha già riempito il vuoto lasciato da Dzeko

La Gazzetta dello Sport (M. Bucciantini) – È tornato il popolo: si sentiva cantare. Ma a un popolo spesso serve un uomo: in queste città stordita dal caldo, in questo stadio che quando è pieno sembra infinito e quando è sfoltito sembra un paesaggio autunnale, oggi quell’uomo poteva mancare e invece c’era. Dopo 200 volte non c’era il centravanti, quello più grosso, quello più forte, quello che con la sua presenza assicurava alla Roma un posto nel posto, e ai tifosi uno sfondo per i sogni, un argine alle delusione. Dzeko non c’era. 

[inline]

E si sentiva cantare, si sentiva la passione, la voglia, la festa, la speranza. Lo stadio sfoltito raccontava un giorno nuovo e felice. C’era un altro uomo, fatto di una forza non razionale. Quindi rivoluzionaria perché una forza che s’impone, in grado di arrivare agli altri, di cambiare il destino o almeno creare le aspettative che ciò possa accadere.

Il popolo canta: ha perduto il centravanti e vede molti gol, ha trovato un uomo di calcio, del calcio, nel quale vede quell’aggiunta di mentalità che si dispendeva nei momenti buoni, che spariva nei momenti brutti, dilatandoli e rincarandoli del tutto, fino a restare lontani dagli obiettivi. Mourinho che può riempire gli spazi, tutti, quelli fra i reparti, e quelli più insidiosi fra una proprietà atlantica e una necessità capitolina. 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti