Il Messaggero (A. Sorrentino) – Tutti contro lo sciagurato Karsdorp e d’accordo (ma non esagerate) certi errori non hanno diritto di cittadinanza in una semifinale. Crucifige pure all’indirizzo di Abraham, ok: non si può sbagliare un gol simile al 94′ sarebbe stato una formidabile spinta per il ritorno e lui era a due metri dalla porta, il pallone acchittato sulla fronte. Mah. Cosa sarà successo all’inglese, che dopo una prima stagione da 27 gol è scomparso sotto la Manica? Mistero. Ma la verità è che stanno venendo tutti al pettine i nodi della Roma, in questa primavera di passione e di foschi e chi dal silenzio avesse avuto mica ragione Mourinho, quando si lamentava della rosa inadatta e corta? Certo che si, anche se lui sbagliò tutta la gestione psicologica del gruppo, che affossava per ripararsi dalle critiche. Ma ora che stanno arrivando le gare decisive, il calendario che non dà requie come in ogni finale di stagione.

I difetti strutturali riemergono inquietanti. Fiaccata dalla stanchezza e dalla mancanza di alternative valide nei tre reparti, la squadra si flette, e i tambureggiatori del Bayer ne hanno approfittato. Le ultime prestazioni hanno perso baldanza e fuoco, gli interpreti principali sono stremati. Nemmeno le alchimie strategiche di De Rossi hanno più ragion d’essere, c’è poco da inventare o da rischiare: da alcune gare, con polla agli avversari, la Roma sta in un 4-4-2 di controllo. Poi li davanti ci pensi qualcuno.