Gazzetta dello Sport – C’è un nuovo pentito. L’inchiesta si allarga

Il carcere di Cremona saluta l’ultimo arrestato della seconda trance dell’inchiesta Last Bet sul calcioscommesse, Luigi Sartor. Intanto si profilano all’orizzonte novità sul fronte investigativo, che potrebbero dare nuova linfa all’inchiesta che dal 2 giugno fa tremare il mondo del calcio, e non solo. Sartor alle 17.45 di ieri ha lasciato il carcere di Ca’ del Ferro in direzione Parma accompagnato dal proprio legale, l’avvocato Antonino Tuccari, ma nel frattempo un nuovo «pentito» starebbe portando all’attenzione degli inquirenti nuovi particolari utili all’inchiesta. Dopo Vittorio Micolucci, passato dalla posizione di arrestato a quella di reo confesso-pentito, e dopo i racconti di Wilson Ray Perumal, singaporiano detenuto in Finlandia, gli inquirenti potrebbero attingere materiale prezioso dalle rivelazioni di una «gola profonda», presumibilmente straniera (forse uno dei due arrestati all’estero il 19 dicembre) che sarebbe a conoscenza di particolari utili rispetto all’organizzazione. Particolari che nell’interrogatorio del 29 dicembre di Sartor davanti al pm Di Martino potrebbero convincere gli inquirenti a risentire alcuni degli indagati anche della prima fase dell’inchiesta, oltre all’audizione di nuovi testi. Ragione per la quale il gip Guido Salvini, con questa ordinanza, ha deciso di «allontanare, per quanto è possibile, il rischio di contatti di ogni genere» tra Sartor e i prossimi «interrogati».

Domiciliari
A Sartor, dopo 15 giorni di detenzione, sono stati concessi gli arresti domiciliari «applicati in forma assai rigida»: potrà comunicare solo con il proprio legale o con i familiari conviventi. Niente libertà, dunque, come chiesto a gran voce dall’avvocato Tuccari e rispetto alla quale il pm Roberto Di Martino aveva dato parere favorevole. La «buona fede» sostenuta da Sartor rispetto alle proprie azioni secondo il gip si colloca «al di fuori di ogni criterio di credibilità». Il 29 dicembre l’ex difensore avrebbe ammesso che «a partire dal marzo 2011 avrebbe ricevuto, sul cellulare con scheda inglese che gli era stato consegnato, una serie di messaggi, anche da sconosciuti, che facevano riferimento a scommesse e a una somma di 300.000 euro».

Riesame
Per gli inquirenti, ai fini dell’inchiesta, risulta significativa la «contestualità tra l’invio a Sartor di oltre 300.000 euro (in data 1/3/2011) e le partite Inter-Lecce, Benevento-Pisa e Brescia-Lecce (le prime due gare del 20 marzo 2011, la terza del 27 febbraio 2011, ndr) che sarebbero state manipolate dal gruppo di Bologna che garantivano agli «asiatici» che avrebbero potuto finanziare in sicurezza l’operazione investendo appunto 300.000 euro». Ricostruzione in linea con le dichiarazioni di Erodiani, Bruni e Giannone, indagati nella prima fase dell’inchiesta. Resta da capire se la difesa di Sartor si avvarrà del Riesame. Ipotesi non da escludere, ma che al momento non sembra essere presa in considerazione per l’uomo che, secondo gli inquirenti «ha un ruolo accentuato all’interno del contesto associativo». Ruolo confermato anche, sempre secondo la Procura, dal tenore della conversazione tra l’ex giocatore della Roma e Bellavista. Conversazione che non lascia alcun dubbio «in merito alla consapevolezza da parte di Sartor del carattere illecito di un’attività che sembrava addirittura comportare il rischio di “ritorsioni” in caso di mancato soddisfacimento delle promesse».
Gazzetta dello Sport – Davide Romani

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