L’infortunio di Strootman priverà la Roma di Garcia di uno dei suoi pilastri per molto tempo proprio come accadde alla grande Roma di Liedholm con Ancelotti all’inizio degli anni ottanta. E pensare che in molti avevano paragonato l’olandese proprio a quest’ultimo, che il 25 ottobre dell’81 si ruppe un ginocchio contro la Fiorentina per l’entrata malandrina del mediano Casagrande e nel novembre dell’83 si fece male all’altro, stavolta da solo, a Torino contro la Juve. In entrambi i casi tornò in campo più forte di prima, come auguriamo anche a Strootman, che oggi può avvalersi di tecniche mediche superiori rispetto a quelle di trent’anni fa. Come loro altri romanisti si sono infortunati alle ginocchia. A Burdisso saltò il sinistro in Argentina-Colombia e dovette stare fermo sei mesi. Ad Emerson capitò la stessa cosa, ma in un’amichevole estiva ad Irdning che gli fece saltare tutta la prima parte della trionfale stagione del terzo scudetto. Idem per Tommasi, che in Austria, d’estate, subì un brutto infortunio contro lo Stoke City. Destro, invece, lo subì in Coppa Italia contro l’Inter nella stagione passata e tutti sappiamo quanto ci ha messo a tornare in campo. E che dire di Konsel, il portierone austriaco del 1997-98 che poi fu fermato proprio dalla rottura dei legamenti del ginocchio? Di Rocca sappiamo tutto e anche per questo è uno dei miti della Roma, alla quale ha regalato una carriera così come Totti, che rispetto a lui è riuscito a fare molto di più sul campo ma che, contro il Livorno, il 19 aprile del 2008, riportò la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Poi, per fortuna, è tornato il Totti di sempre.
(F.Bovaio-Il Tempo)