Abraham-Belotti: centravanti flop. Roma, il gol perduto

Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Corto muso o circo Barnum? O alla luce di domenica scrosa: Roma o Napoli? Forse alla fine ha ragione Antonello Venditti, che ieri ha detto: “Se non fossi tifoso giallorosso, sosterrei gli azzurri”. Ebbene, nella vita a volte le cose cambiano e così si scopre che il destino sa fare giri lunghi. Così si scopre che era già successo due volte in carriera, a Josè Mourinho, di terminare una partita senza fare neppure un tiro nello specchio della porta avversaria, ma la buona notizia è che poi arrivarono altrettanti sorrisi. La prima volta fu in Newcastle-Chelsea del 2007 terminata appunto 0-0. La seconda in Bournemouth-Tottenham del 2020, stesso risultato. Dopo quelle due partite, però, per le squadre del portoghese sono arrivati due successi: i “blues” betterono il Liverpool e gli Spurs vinsero addirittura le tre successive segnando otto gol.

Nessuna sorpresa, perché in assoluto i numeri dei giallorossi per quanto riguarda la produzione offensiva non sono peregrini, ma è il dato complessivo a preoccupare. Le 13 reti realizzate finora in campionato, infatti, fotografano la Roma solo come l’ottavo attacco del campionato. Troppo poco per non correre rischi di fallire l’obiettivo della qualificazione in Champions. Logico che l’uscita di scena di Dybala, capocannoniere della squadra, ha fatto svoltare in negativo il rendimento, visto che Abraham in campionato è sempre fermo a 2 gol e Belotti a zero, così come peraltro anche Zaniolo, El Shaarawy e Shomurodov. Così, uscito l’argentino, non è arrivata più nessuna rete su azione in campionato in 409 minuti, e una sola in 554 minuti, considerando anche la Coppa, cioè quella di Belotti in Europa League contro il Betis in trasferta.

Morale: a fare gol è toccato solo a Pellegrini, ma soltanto su rigore contro Atalanta e Sampdoria.

Se però si vuole guardare il bicchiere mezzo pieno, non si può non notare che i giallorossi siano nei primi posti in A per indicatori di produzione offensiva: quindi per tiri totali, quarti per tiri nello specchio, quindi per tiri in area, sesti per tocchi nell’area avversaria. Semmai sono le conclusioni da fuori area a rappresentare l’anello debole, visto che risultano appena 48, che valgono il 12′ posto in campionato. Mourinho, però, resta ottimista. È convinto di avere alcuni attaccanti con uno “storico” importante. Per questo, quando si sbloccheranno, a quel punto potrebbero non fermarsi più. Possibile. L’importante è che questo giorno non arrivi poi così lontano, altrimenti gli obiettivi stagionali potrebbero essere troppo lontani per essere centrati. Il bello del calcio compresso, però, è che la prova d’appello arriva subito. Stavolta in Europa contro l’Helsinki, dove si dovrà solo vincere. Per questo segnare sarà indispensabile.

 

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