Corriere dello Sport – Quei consigli sul 4-3-3 della Roma

Da una parte i nostalgici della prima era zemaniana e del Totti versione 1.0. Dall’altra gli estimatori del capitano-goleador, quello che con la Roma targata Spalletti ha preso ad affinare le armi buone per gli ultimi undici metri. Il ruolo del dieci divide i tifosi giallorossi, che sul sito del Corriere dello Sport-Stadio hanno commentato l’ultima idea del tecnico boemo: il totem a sinistra, nel 4-3-3, come la prima volta, quattordici anni fa. Perché no?

Il partito degli scettici conta tante adesioni: «Invece di andare avanti si va indietro… Se deve giocare per forza è un conto, altrimenti sugli esterni ci vogliono giovani schegge», scrive Arfio Chicco. La tesi è sostenuta da quanti non vorrebbero vedere Totti fiaccato dai movimenti previsti dal modulo di Zeman: «Francesco non ha il passo per effettuare i tagli e per dare al contempo una mano al terzino», obietta MontegrappaTO, nella convinzione che l’allenatore non rivedrà di certo i propri schemi per adattarli alle caratteristiche del simbolo giallorosso. C’è chi diffida della tenuta atletica del campione («Ma state a scherza’? Già corre poco, mo pure sulla fascia…», così Bruzzi) e chi dubita a prescindere della sua capacità di saper interpretare il ruolo: «In quale momento della sua vita calcistica è stato in grado di farlo? Ma si sa che Zeman capisce di calcio, è un maestro, no?», i quesiti sollevati da Lukesmalls, che ironizza sulle doti del tecnico e non ricorda gli effetti del Totti a sinistra, sotto la gestione di uno dei primi mentori. L’espressione più aspra della schiera dei diffidenti è nella richiesta di vedere il capitano «anche un po’ più in là della fascia… in panchina!» (Frosty7).

Ma le mansioni giovanili sulle spalle di Totti riescono anche a catturare le fantasie e a restituire giudizi positivi: «Ha 36 anni, ma fatelo preparare per bene e vedrete che correrà come un 32enne», la certezza di Federico Guglielmo. Il riferimento è a Sansovini, che Zeman impiegava nel Pescara sulla fascia destra: «Vi posso assicurare che non era tutta questa brillantezza atletica», il concetto rafforzato da Tamadrid. Per Angelo Capparella l’importante è che «Francesco stia in campo, poi il problema sarà sempre dell’avversario». C’è poi chi auspica un impiego part-time, pur continuando a credere nella capacità di incidere del numero 10: «Lo farei entrare sempre al 60′ minuto», sostiene Raonar. Toppleyer teme che «malgrado la corrispondenza d’amorosi sensi i due avranno grandi problemi». Secondo HardPlayer il punto è un altro: «A trentacinque anni può dare di più in area di rigore». Quando si dice: l’importanza di vederlo a portata di corsa, verso i suoi tifosi.
Corriere dello Sport – Simone Di Segni

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