Il Messaggero – Rivoluzione addio

Vai a vedere che alla fine il mercato 2011 firmato da Walter Sabatini torna buono l’anno successivo e molti calciatori fino a ieri sul piede di partenza resteranno e troveranno pure dignità tecnica. Può essere, perché Zeman è capace di trasformare in oro anche la latta. E qualcuno griderà al miracolo. Del resto, questo serviva, cioè uno che evitasse di buttare via il lavoro di un anno. Chiariamo subito: tutto ciò non vuol dire che il tecnico boemo – se come sembra accetterà di tornare a Roma – non chiederà rinforzi, ma prima di farlo vorrà valutare nei minimi particolari la rosa attuale. Esempio: Osvaldo è uno che può tranquillamente giocare con lui, lo ha fatto da ragazzino, quando Zeman lo chiese a Lecce per sostituire il partente Vucinic. Il problema di Osvaldo non è tecnico, ma disciplinare, è distratto da questioni personali che lo hanno mandato letteralmente fuori di testa. Se Dani dovesse restare, sarebbe la prima alternativa a Totti.

Il portiere è quello, Stekelenburg, e quello resterà, anche se in genere chi difende la porta di una squadra di Zeman ha caratteristiche un pochino diverse dall’olandese. In difesa serve gente aggressiva al centro, con gamba e piede sugli esterni. Ecco perché i maggiori investimenti andranno fatti qui. C’è bisogno di giocatori veloci, in tutta la linea dei quattro, possibilmente. Ecco che – sotto questo aspetto – può andare bene e crescere gente come Rosi, può essere una garanzia uno come Burdisso. Un po’ meno Juan, bravissimo nell’anticipo e poco nella rincorsa (in questo momento della sua carriera, non in generale). Chi conosce Zeman sostiene che troppo spazio per José Angel e Kjaer non è previsto, anche se non sarà facile privarsi dello spagnolo, mentre per Kjaer pesano quei tre milioni di euro versati per il prestito. Nella rosa attuale, al momento, il terzino sinistro potrebbe essere Marquinho (da riscattare, però), in attesa di rinforzi.
In mezzo al campo ci sono tre calciatori fatti apposta per lui: Pjanic, De Rossi e di nuovo Marquinho. Il boemo – rispetto al passato – gioca con un regista classico e con due cursori dai piedi buoni. Ha aggiunto qualità alla corsa. Ma il gioco deve essere sempre a uno o due tocchi con verticalizzazioni immediate. Pizarro ad esempio tiene troppo il pallone, Perrotta forse era più utile con il vecchio Zeman, Greco invece ha quel tipo di capacità. Gago? Lento per i gusti di Zeman ma la Roma ha deciso di riscattarlo, senza doversi svenare. Un altro centrale che piace a Zeman e che voleva a Pescara è Viviani. In mezzo serve, dunque, un grande acquisto, uno di spessore. Sempre chi conosce Zeman assicura che Verre sarà inserito nella rosa.

Là davanti, detto di Osvaldo, resta da verificare il futuro di gente come Lamela e Bojan. Borini è uno che va dentro, corre, rincorre. Perfetto per Zdenek. Erik, per caratteristiche tecniche, sarebbe come Borini, perfetto. C’è da verificare la sua voglia di sacrificarsi e non soltanto di stupire con il colpo a effetto. Una scommessa, come fu all’epoca fatta con Totti. Scommessa vinta con Francesco tredici anni fa, da vincere assolutamente quest’anno, anche perché Lamela è stato un investimento corposo. Se Erik può essere schierato a destra, Bojan sarà, o sarebbe, l’attaccante sinistro. I due non devono crossare, ma duettare con il centrale di attacco e andare dentro. E chi sarà il centravanti? Per mille motivi, viene da pensare a Totti (il calciatore ideale al posto di Osvaldo è Destro e non dimentichiamo Borriello), esploso con Zeman come attaccante esterno. Ma ora il capitano non è più in grado di fare su e giù per la fascia come quando era ragazzino. Dovrà venire incontro e mandare in porta centrocampisti e ali. A meno che Zeman non lo riproponga nell’antico ruolo. Difficile, anzi impossibile. Finiscono inevitabilmente fuori lista, gente come Simplicio, Brighi e Heinze. Taddei, se non trova squadra (si parla della Fiorentina), può tornare utile come rincalzo.

Il Messaggero – Alessandro Angeloni

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