Zaniolo: “Promesse non mantenute con me, la verità verrà fuori. Deluso dai miei ex compagni”

Nicolò Zaniolo è stato protagnista di una lunga intervista all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. L’ex giocatore della Roma ha parlato del suo futuro, delle ultime ore che lo hanno portato alla separazione del club giallorosso e del rapporto coi tifosi. Queste le sue parole:

Zaniolo, lei ha una clausola di rescissione da 35 milioni. Non è un mistero che Juventus e Milan la corteggino, e forse non da soli. Sbagliamo a pensare che potrebbe tornare?

“Cominciamo subito col mercato? Guardi il futuro non lo conosce nessuno. Ovvio che non posso garantire che resterò in Turchia cinque anni, ma finchè sarà qui darò il massimo”.

Restiamo nell’ambito nostalgia: se le diciamo Feyenoord, a che cosa pensa?

“Facile. Alla Roma che lo ha pescato in Coppa. E a me torna in mente che probabilmente è stata la notte più bella della mia vita calcistica finora, insieme a quella contro il Porto, in cui segnai doppietta in Champions, e all’esordio in Nazionale. Proprio aver segnato la rete decisiva in finale contro gli olandesi mi fa sentire la Conference tanto mia. Se poi penso alla festa al Circo Massimo e ai tifosi, ancora mi vengono i brividi, ma non voglio fermarmi qui”.

La Roma passerà il turno col Feyenoord? 

“Sicuro. Ha una squadra fortissima. Può vincere l’Europa League e arrivare fra le prime quattro”.

Come si trova ad Instanbul?

Benissimo. È una città che vive di calcio, eppure i tifosi sono sempre gentili e rispettosi, anche quando ti chiedono video e selfie. Lo stadio, poi, è incredibile. Mai giocato in uno più caloroso, è almeno pari all’Olimpico. Quando ho segnato il mio primo gol mi sembrava di volare”.

Lei con i tifosi della Lazio non ha mai avuto rapporti idilliaci.

“Ma quelle sono cose di calcio, ci stanno. Non ho mai avuto problemi fuori dal campo. Anzi, ho diversi amici laziali”.

In compenso sarà difficile avere amici romanisti: è stato etichettato come traditore. 

“È una cosa che mi è dispiaciuta tantissimo. Roma mi ha dato tutto, grazie alla Roma ho vinto e ho esordito in Nazionale, mio figlio è nato lì. Essere definito in quel modo è una brutta batosta”.

Lo ammetta: probabilmente ha sbagliato anche lei in determinate circostanze. 

“La verità verrà fuori. Le dico che mi sono sempre allenato, anche se non con gli altri”.

Lei però ha strappato la maglia contro il Genoa: questo per i tifosi pesa.

“È stato solo un gesto di stizza, non di disprezzo. È come se avessi dato un pugno sull’erba. Non voleva essere una mancanza di rispetto”

Sul suo addio ha pesato il mancato rinnovo?

“Potrei parlare ore di promesse non mantenute. Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono sempre stato considerato solo una plusvalenza. Per due anni mi è stato detto che il contratto era pronto. A gennaio dell’anno scorso avrei firmato a poco più di quello che guadagnavo, perché a Roma stavo bene e sapevo che c’erano problemi con il Financial Fair Play. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se io devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri”

Però la Roma non aveva in mano offerte che riteneva congrue per lei.

“In realtà c’erano solo Bournemouth e Galatasaray, ma per non aver accettato gli inglesi sono stato messo fuori e i tifosi se la sono presa con me. Alcuni mi hanno inseguito con la macchina, altri sono venuti sotto casa. Io e la mia famiglia ci siamo spaventati perché ci siamo sentiti soli. Era gente arrabbiata, con cui non si poteva parlare. In quei giorni ho spento anche il cellulare perché arrivavano brutti messaggi”

Come si è lasciato con i suoi compagni?

“Sono rimasto deluso da quasi tutti. Non faccio nomi, ma dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno neppure salutato”.

Non nascondiamolo: alcuni potrebbe ritrovarli anche in Nazionale. Problemi in vista?

“Non credo. Forse qualcuno può avere delle difficoltà con me. Io non ne ho. Chi ha la coscienza sporca lo sa”.

Che rapporto ha avuto con Mourinho? Si dice che si adatti meglio ai campioni che ai giovani.

“È un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse ed io non lo ero. Mi sarebbe piaciuto averlo tra quattro o cinque anni, però mi ha dato tanto lo stesso”.

Sarebbe contento se suo figlio Tommaso diventasse romanista?

“Certo. Io la Roma la guardo sempre. Il passato non si dimentica con un trasferimento”.

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