Villarreal-Roma, Soriano: “Per noi italiani sarà una sfida speciale, arriviamo carichi”

Corriere dello Sport (A.De Pauli) – A poche ore dal fischio d’inizio della sfida con la Roma, siamo andati a trovare, a Villarreal, il fresco ventiseienne Roberto Soriano. Una battuta con l’inseparabile amico, Nicola Sansone, ed è già tempo di riflettere sul confronto con i giallorossi.

Come arrivate alla partita di domani?
«Belli carichi. È un confronto affascinante, contro un rivale forte. Per me, Daniele e Nicola (Bonera e Sansone n.d.r.), da italiani, il sapore è, poi, ancora più particolare».

Una sfida da Champions a tutti gli effetti, visto che sia la Roma che il Villarreal si erano guadagnati l’accesso ai preliminari…
«Con Porto e Monaco è andata male a entrambi. Io, tra l’altro, ero appena arrivato. Ci è voluto un po’, ma poi sia noi che la Roma abbiamo preso il passo giusto. I giallorossi, in questo momento, sono messi anche meglio di noi in classifica, però ce la giochiamo».

Inizio di stagione piuttosto agitato per voi: eliminazione dalla Champions e cambio di allenatore…
«Mi è dispiaciuto per Marcelino, perché è stato lui a convincermi, aiutato da Bonera nel ruolo di traduttore, a venire qui. Ma nel calcio va così. Per fortuna, ci troviamo bene anche con Fran Escribá».

Nel frattempo se n’è andato anche Pato…
«È stato un vero piacere giocare con lui. Fortissimo. Prima l’avevo visto solo in tv e, qui, ho rivisto il Pato che tutti conosciamo. Anche in allenamento si vedeva che ha delle qualità impressionanti. Ora è andato in Cina. Ognuno fa le sue scelte. Gli auguro tutto il meglio».

Tra i tuoi compagni, c’è di nuovo Sansone. Vi siete conosciuti da ragazzi, in Germania, e ora te lo ritrovi qui in Spagna…
«Siamo contentissimi di esserci ritrovati. L’ho conosciuto quando sono arrivato alle giovanili del Bayern. Lui è nato e cresciuto a Monaco. Io invece sono di Darmstadt, vicino a Francoforte. Spesso mi invitava a mangiare a casa sua. La sua famiglia mi ha adottato».

Tu genitori italiani, lui papà italiano e mamma tedesca. In che lingua parlavate?
«Io a casa mia sempre italiano. In realtà dialetto. Ed è stato così anche con Nicola e suo papà. I miei sono della provincia di Avellino e anche Nico è campano».

È stata dura abbandonare la tua città a 14 anni?
«Ho dovuto lasciare la famiglia, gli amici. Dopo uno o due mesi pensavo seriamente di tornare indietro, poi mi sono ambientato».

I tuoi fratelli?
«Uno gioca nel Wurzburg, nella Serie B tedesca, l’altro ha fatto il ballerino, ma ora ha smesso».

Vivono ancora tutti in Germania?
«Sì, ma in questi giorni sono stati qui. L’8 febbraio ho compiuto gli anni e mi hanno fatto una bella sorpresa. Purtroppo non fanno in tempo a vedere la partita con la Roma. Devono rientrare».

Chi parla meglio spagnolo tra te e Nicola?
«Sicuramente lui. È bravo. Si mette lì a studiare. È attento con i verbi. Io sono un po’ più ruspante».

Come vi siete sistemati?
«Il primo mese io e Nicola abbiamo condiviso un appartamento. Poi sono arrivate sua moglie e la mia fidanzata e ognuno è andato in una nuova casa. Per me è importantissimo avere la mia ragazza qui».

A Genova, oltre alla tua ragazza, hai conosciuto anche Mihajlovic, un incontro importante nella tua carriera…
«È stato l’allenatore che mi ha permesso di fare il salto di qualità. Mi ha dato quella continuità e quella fiducia che non avevo. Mi ha fatto sentire forte dentro, poi sono riuscito a dare molto di più».

Fiducia che ti ha fatto raggiungere la Nazionale di Conte…
«I risultati parlano per lui e ora sta facendo benissimo anche in Inghilterra. Durante la settimana è bravissimo a preparare le partite».

Qui giochi sempre. Pensi alla Nazionale?
«Lo spero sempre. Ho fatto tutte le qualificazioni per l’Europeo, poi purtroppo Conte non mi ha convocato per la fase finale. Ci sono rimasto un po’ male, ma poi si va avanti. Ora devo essere bravo ad approfittare della vetrina che ho a disposizione».

Con Ventura hai già avuto modo di parlare?
«Non ancora».

Isola felice Villarreal?
«Mi sto trovando molto bene e la città è molto tranquilla».

Ti mancano la tensione e la spinta di una città come Genova?
«Ci sono delle cose che mi mancano. I tifosi della Samp sono straordinari e il derby è uno dei più belli e sentiti d’Italia».

Qui hai giocato il derby contro il Valencia di Zaza…
«Ci siamo trovati giusto un paio di minuti, al termine della partita, con lui e Nico. È appena arrivato. Ci ha detto che era contento, che stava trovando casa. Anche lui si ambienterà velocemente»

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