Uno, due, tre: che Fonseca

Corriere dello Sport (R. Maida) – In 36 giorni, tra una sosta e l’altra, Paulo Fonseca ha ribaltato le percezioni: dopo la vittoria di Udine, essenzialmente determinata da un capolavoro di Pedro, la Roma rifletteva sulla sua posizione senza dargli certezze a lunga scadenza; dopo la vittoria di Genova invece la famiglia Friedkin è convinta di aver fatto la scelta migliore, conservando la struttura tecnica preesistente. Lo squilibrio, che oggi fa sognare addirittura lo scudetto ai tifosi più ottimisti è dovuto all’impennata di rendimento della squadra, che tra ottobre e novembre, ha vinto 5 partite su 7 tra campionato e coppa, issandosi in zona Champions. Fonseca ha trovato l’equilibrio valorizzando l’enorme potenziale offensivo senza perdere stabilità difensiva. Se Dzeko, Pedro e Mkhitaryan stanno risolvendo i problemi in attacco, dietro la difesa è diventata la quinta del campionato con 8 gol subiti sul campo. La squadra si è data un’anima che riesce persino a prescindere dai singoli: in pochi ora evidenziano che la Roma abbia perso Zaniolo, uno dei giocatori decisivi, prima dell’inizio della stagione. E se manca Dzeko, ci pensano gli altri. La tripletta di Mkhitaryan è frutto del talento, ma anche della strategia dell’allenatore, che a Genova sull’1-1 toglie Mayoral inserendo Cristante, consentendo a Pellegrini e Miki di avanzare il proprio raggio d’azione. In un anno abbondante di lavoro Fonseca ha adattato le sue idee tattiche alla squadra, passando dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1, ma al tempo stesso ha mantenuto fede ai principi cardine della sua mentalità. Niente nasce dal caso quindi. La Roma ha fatto gli stessi punti del Milan nelle ultime 11 giornate di campionato: 27. Ora è pausa per tutti, il momento giusto per sognare.

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