La Repubblica (M. Juric)Il risparmio è il primo guadagno. Un antico detto popolare che a Tri­goria sta prendendo sempre più pie­de. Soprattutto nella testa dei Friedkin. L’assenza di un direttore sporti­vo, di un capo delle risorse umane, con una rosa di calciatori formata da prestiti e calciatori a scadenza e oltre 100 dipendenti in scadenza di contratto, non sembra essere più un grande problema. Ma un vantag­gio. Il problema trasformato in solu­zione. Come? Lasciando tutto co­sì. Preparando una tela bianca da poter lasciare in eredità al futuro ac­quirente del club. Perché la pista di un investitore arabo pronto a rileva­re le quote dei Friedkin rimane vi­va.

La Roma spende ogni altro oltre 110 milioni di euro per gli ingaggi dei calciatori. A giugno ci sarà un rispar­mio secco di oltre 60 milioni, tra contratti in scadenza e prestiti. Con dieci calciatori che saluteranno la Roma. Llorente, Huijsen, Angelino, Kristensen, Renato Sanches, Lukaku e Azmoun, tutti in prestito, tor­neranno ai rispettivi club di appartenenza. Mentre Rui Patricio, Spinazzola e Boer andranno a scaden­za di contratto. Risparmi netti sen­za dover fare nulla. Con tre onerosis­simi calciatori da tagliare: Lukaku
circa 13 milioni lordi, tra ingaggio, bonus e commissioni, Rui Patricio 4,5 milioni e Spinazzola oltre 6 mi­lioni.

Perché se è vero che ci sarà molto spazio per operare, quelle dieci caselle la­sciate libere andranno sostituite. Il che vuol dire fare mercato, acqui­stando calciatori. Ma partendo con largo anticipo. Una strategia diffìci­le da perseguire senza la Figura prin­cipale.